Preti in televisione: ma è sempre necessario?
Un prete o un vescovo non parlano mai a livello personale. Così sono percepiti. La sola loro presenza sui media mette sempre in gioco il Vangelo e la Chiesa. Detto questo vadano pure in Tv, ma ne tengano conto. L'editoriale del numero 37 di "Voce" è di don Adriano Bianchi
Il botto mediatico c’è stato e l’uso della televisione in questo caso non può che dirsi perfetto da parte del prete. Ma a parte le sue scelte personali, il monsignore crede davvero che questa uscita farà bene alla Chiesa? Ha dichiarato che l’obiettivo del “coming out” era porre a tema del Sinodo in corso la questione di un nuovo atteggiamento verso i gay: non rischia questo clamore voluto di aver ancor compromesso un dibattito che poteva esserci in modo pacato? Come il Papa ha ridetto: “Lo sguardo del Sinodo sia complessivo e l’ascolto sia anzitutto dello Spirito Santo”. Questo prete, che forse si è liberato da un peso, ha di fatto alimentato tensioni che allontaneranno proprio le conclusioni che egli avrebbe auspicato. Ricordare che c’è modo e modo di esprimere anche i temi più difficili è utile. Charamsa ha in fondo usato la televisione per i suoi fini. Sono gli stessi del Vangelo e della comunità cristiana? L’altro prete televisivo della settimana è don Gino Flam di Trento che si è espresso su La7 mostrando “comprensione” per i preti pedofili, in qualche modo “istigati”, a suo dire, dai bambini.
La reazione non poteva che essere decisa, immediata e di condanna assoluta. Il povero prete (tapino a vederlo nel video) sembra più che altro perso, ingenuo senza grande cognizione di quello che dice davanti alla telecamera, quasi vittima di un tranello. E questo mette in luce un’altra questione: l’inadeguatezza e l’ingenuità nel gestire il mezzo televisivo è di per se pericolosa e dovrebbe metterci all’erta sempre. Non a caso ai vescovi qualcuno ha proposto un corso per gestire i media. Che dire? Stendiamo un velo pietoso.
Infine, come non citare la schiera dei preti opinionisti che un po’ ovunque amano la ribalta dei salotti tv improvvisandosi esperti e tuttologi in nome della “tonaca”. Qualcuno dirà che i giornalisti li cercano. Verissimo, ma esercitare un minimo di discernimento è d’obbligo anche davanti a una richiesta pressante. Un prete o un vescovo non parlano mai a livello personale. Così sono percepiti. La sola loro presenza sui media mette sempre in gioco il Vangelo e la Chiesa. Detto questo vadano pure in Tv, ma ne tengano conto.