Presepi profanati
Anche questi sono “segni dei tempi” che la Chiesa deve scrutare con l’occhio della fede e non con il metro del giudizio. E se Gesù Bambino l’avessimo già distrutto noi con la nostra cattiva testimonianza?
Anche nella nostra Diocesi qualcuno ha pensato di profanare il Presepe: Flero, Angolo Terme, lo scorso anno a Mompiano. “Ragazzate?” Dietro c’è un forte desiderio di apparire facendo in modo che si parli di sé. A Flero i ragazzi che hanno operato il gesto si sono anche filmati. Con quel gesto richiamano attenzione. Forse non hanno ricevuto affetto, problema in tante nostre famiglie. Forse nemmeno sono stati educati, cioè abituati a riconoscere il bene e il buono che c’è in ciascuno di loro. Agiscono in gruppo: sempre come i vigliacchi, perché sono deboli e da soli non ne avrebbero né la forza né il coraggio. “Si tratta di una forma di bullismo?” probabilmente sì. Una forma simile: ce la si prende con il diverso, con il più piccolo, con il più debole e Gesù Bambino racchiude nei suoi significati anche questi. Forse c’è dietro qualche cosa di più forte, un urlo soffocato che può essere sulla linea di confine tra la bestemmia e la preghiera: voler maledire Dio per la vita ricevuta che si scopre non essere bella e non avere senso.
È proprio degli adolescenti odiare l’essere venuti al mondo e con chi prendercela? Con i genitori assenti? Meglio prendersela con Dio che non c’è ma è comunque colpa sua se la vita è quello che è. “Che male c’è, in fondo è una statuina?” questa l’ho sentita dire per strada. Si è una statuina, ma rappresenta Qualcuno. Certo è lo stesso principio dell’aborto: “non è solo un ammasso di cellule?”: no. Anche se non lo vedi è una Persona. Certamente quello che è successo non ci chiede di esprimere giudizi, ma di riflettere.
Anche questi sono “segni dei tempi” che la Chiesa deve scrutare con l’occhio della fede e non con il metro del giudizio. E se Gesù Bambino l’avessimo già distrutto noi con la nostra cattiva testimonianza? Con la nostra fede nei precetti e non nella Persona… con le nostre incongruenze tra fede celebrata e vita vissuta? Non l’abbiamo già frantumato il presepe spendendo troppi soldi in regali inutili e dimenticandoci dei poveri? A Greccio Francesco nel 1223 volle che si allestisse il presepe facendo celebrare l’Eucaristia sulla paglia per contemplare l’umiltà del Figlio di Dio, i suoi disagi e la sua povertà, perché non solo nel Natale, ma ecco, ogni giorno egli si umilia, ogni giorno viene a noi in apparenza umile; ogni giorno discende dal seno del Padre) sopra l’altare nelle mani del sacerdote. (Ammonizione I di san Francesco d’Assisi).