Più angeli nelle giornate normali
La tradizione italiana sulle alluvioni è molto documentata: dal 1951 sono più di 30 quelle catastrofiche che hanno causato perdite umane. La mancanza di soluzioni rimane un mistero al limite della razionalità. Per fortuna, il mistero non rimane solo nel male ma, anche, nel bene: è dal 1966 (alluvione di Firenze) che, ad ogni disastro, compaiono gli angeli del fango, giovani che danno una mano per tirare fuori dal fango tutto e tutti.
Mi ha sorpreso la cronaca che si stupiva della presenza di questi ragazzi, moralizzando sul riscatto della generazione Z che si sarebbe finalmente alzata dai divani. Ogni giovane generazione si è alzata in piedi a dare una mano nel fango, passandosi secchio dopo secchio, trasportando una persona alla volta. È vero: si impara ad essere angeli solo nel fango, sporcandosi le proprie mani (o le ali, se qualcuno preferisce). Quanto sarebbe bello avere più angeli del cervello, che costruiscano le soluzioni giuste; più angeli della politica che la smettano di fare i teatrini televisivi; più angeli delle giornate normali che aiutino in tutte le sabbie mobili in cui qualcuno scivola. In realtà ci sono, anche se nessuno li nota o se ne ricorda: grazie a tutti gli angeli!