Piazza della Pace: segno di speranza
“La famiglia umana ha smarrito la gioia della pace”. Queste poche parole di papa Francesco fotografano molto bene, purtroppo, la situazione che stiamo vivendo. Forse non abbiamo la piena consapevolezza di essere sul filo del baratro, vicini a un punto di non ritorno. Come non pensare alle frasi senza appello di padre Ibrahim Faltas, vicario custodiale della Custodia di Terra Santa: “I potenti del mondo saranno ricordati dalla storia per questi omicidi e per questa distruzione e dovranno vergognarsi.
Chiunque pianifichi e semini questa quantità di distruzione, senza preoccuparsi delle persone, delle loro vite, del loro presente e del loro futuro, sta costruendo un futuro che serve solo ai suoi interessi e a chi sostiene la morte e la devastazione”.
Come non pensare all’amarezza di padre Damiano Puccini, da 21 anni in Libano, che chiede un’assunzione di responsabilità da parte dell’Occidente? Non abbiamo bisogno delle tifoserie ma della diplomazia. Come ha affermato all’Onu il presidente cileno Gabriel Boric “non possiamo scegliere tra il terrorismo di Hamas e la condotta genocida di Israele; non possiamo scegliere tra le barbarie, scegliamo l’umanità”. Noi, forse, possiamo fare poco o nulla per cambiare il corso delle cose.
Certamente, però, possiamo far sentire la nostra voce. Tante comunità, il 7 ottobre, hanno pregato per la pace. Per chi crede è un’invocazione carica di speranza, per chi non crede è un segno, una testimonianza. Non dobbiamo smettere di richiedere questo dono così importante e al tempo stesso così scontato, almeno per il nostro territorio. Per fortuna, ci sono amministratori attenti. A Collebeato, ad esempio, domenica 6 ottobre, è stata inaugurata la Piazza della Pace, l’area alle spalle del Municipio. Chi passerà in questo luogo non potrà restare indifferente. È la scelta di una comunità matura che in questi anni con tenacia non ha mai abdicato al compito di formare ed educare alla pace. La speranza è che altre realtà possano seguirne l’esempio.