Piano sociale dipinto di blu
"Il verde della transizione ambientale e il blu di quella digitale"
Quasi sotto silenzio (dei mass media) l’Ue ha approvato il Piano d’azione sul Pilastro europeo dei diritti sociali, con alcuni ambiziosi obiettivi su occupazione, formazione e povertà: lo slogan è “garantire pari opportunità a tutti e non lasciare indietro nessuno”. Entro il 2030. Il tutto si traduce in tre obiettivi chiari: l’occupazione al 78% (tra i 20 e i 64 anni), la formazione annuale agli adulti al 60%, la povertà ridotta di 15 milioni. Non tutti i Piani sociali europei, dal 1973 (anno del primo Piano) ad oggi, sono andati benissimo, ma neppure malissimo. Il precedente – la strategia Europa 2020 (del 2010) – poneva l’occupazione al 75% (e si è fermata al 73% salvo poi scendere a 72 nell’anno della pandemia) e la povertà da ridurre di 20 milioni (e invece si è fermata 4): nessuno poteva augurarsi di iniziare con una crisi finanziaria in corso (dal 2007) e di terminare con una pandemia mortale. Però il meccanismo degli obiettivi appare consolidato e orienta i sistemi al progressivo miglioramento. È un’impostazione diversa da quella che, ogni tanto, si abbatte sull’Italia, dove si vorrebbe azzerare tutto e ripartire sempre da zero: è tutto sbagliato, tutto da rifare. Qui la logica è invece riformista e realista: si parte da quel che c’è e lo si migliora progressivamente, analizzando nel concreto cosa fare. È un’impostazione che farà leva sul Pnrr, il piano nazionale di ripresa e resilienza, dietro il quale si materializzano oltre 200 miliardi di euro. I nuovi posti di lavoro e la nuova formazione si baseranno anzitutto sugli ingenti investimenti a disposizione per il verde della transizione ambientale e il blu della transizione digitale. Per ottenere questi risultati bisognerà mettere in campo più strategie. Per esempio ridurre il divario di genere, cioè le donne al lavoro: in Italia è un problema ancora aperto, che porta con sé investimenti in altri ambiti, dagli asili nido alle politiche familiari. Il secondo sarà aumentare la presenza giovanile, che ha bisogno di una transizione... all’età adulta. È utile che le strategie sociali europee triangolino tra lavoro, formazione e povertà perché è all’interno di questo perimetro che si costruiscono i giusti meccanismi di protezione e di sviluppo. Appartengono a sistemi diversi (all’economia, alla scuola, all’assistenza e alla previdenza) ma già tanto i due tratti più caratteristici dello spirito del tempo che viviamo sono la complessità e le connessioni. Davvero per mettere al centro la persona serve molta competenza. E una forte volontà politica.