di MASSIMO VENTURELLI
19 nov 2015 00:00
Perché non sia solo un bel ricordo
Le delegazioni delle diocesi italiane, presenti a Firenze al gran completo, hanno fatto ritorno a casa...
In tutti, cardinali, vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose, laici, adulti e giovani era palpabile la preoccupazione, l’attesa che la ricchezza delle giornate che si stavano vivendo non avesse a essere chiusa nel forziere delle cose “belle e preziose” una volta riassorbiti nel vortice della quotidianità. Un rischio concreto, per certi versi anche comprensibile, visto il “carico di lavoro” che ogni giorno la Chiesa che si è data appuntamento a Firenze deve affrontare e la sempre più sparuta “truppa” che deve fare fronte a questo carico.
Ma Firenze, è stato più volte ricordato, non ha indicato cose particolarmente nuove da fare, semmai ha indicato modi nuovi e rinnovati riferimenti per farle. Sinodalità, discernimento non sono certo cose in più da fare, caricate addosso a vescovi e sacerdoti, a consacrati e laici. È invece un modo nuovo, capace di ridare un po’ di entusiasmo, di rendere più leggere le fatiche, l’eredità più bella e viva di Firenze.
MASSIMO VENTURELLI
19 nov 2015 00:00