Perché inquiniamo?
Le scelte dei singoli non sempre seguono schemi razionali. Però quando alziamo lo sguardo verso i comportamenti economici collettivi, la corrispondenza tra scelte osservate e razionalità economica diventa più stretta. Così, per esempio, la domanda di beni o servizi risponde abbastanza esplicitamente a condizioni misurabili di mercato, a partire dai prezzi. Minore il prezzo di mercato, maggiore la quantità domandata, a parità di ogni altro fattore.
I consumi di energia, la domanda di mobilità, la spesa per generi alimentari o beni durevoli seguono questa semplice regolarità. Ne consegue che se, per ipotesi, i prezzi di mercato di alcuni combustibili, dell’elettricità o di taluni generi alimentari fossero mantenuti artificiosamente bassi rispetto ai loro valori d’equilibrio, le quantità domandate sarebbero ben maggiori. Per ipotesi? In realtà è esattamente ciò che accade. Per esempio, una lunga serie di distorsioni dei e ai meccanismi di mercato fa sì che i prezzi dei combustibili fossili (gas, petrolio, carbone) si posizionino ben al di sotto dei livelli corrispondenti al loro valore economico reale (e fino a poco tempo fa anche delle fonti rinnovabili). Possiamo vedere quest’ultimo come la somma di tutti i costi diretti e indiretti legati alla produzione, distribuzione o al consumo di un bene, compresi, per esempio, i costi ambientali associati con l’estrazione delle riserve fossili, oppure con la loro combustione, come le emissioni di anidride carbonica o di sostanze inquinanti. Una valutazione completa di tutti questi costi include, per esempio, anche le spese sanitarie sostenute dalle persone nei cui polmoni finiscono quelle sostanze.
Siccome questi costi non vengono del tutto sostenuti dai soggetti che domandano quei beni per attività produttive o di consumo, la quantità domandata di tali risorse è decisamente superiore rispetto a quella di equilibrio. Tra le implicazioni di questa distorsione, fondamentali anche le emissioni presenti nell’atmosfera in quantità eccessiva rispetto alla capacità naturale di assorbimento da parte dell’ecosistema. E da qui anche la soluzione, del tutto percorribile: riallineare i prezzi di mercato ai valori economici fondamentali.
Oscar Wilde scriveva: “Al giorno d’oggi la gente conosce il prezzo di tutto e non conosce il valore di niente”. La transizione ecologica e la sostenibilità sono essenzialmente un ritorno all’equilibrio: con la natura, con le nostre scelte individuali e collettive.