Chi sono, oggi, gli adulti?
L’adolescenza si prolunga, la vecchiaia arriva più tardi
Quando parliamo di educazione siamo subito portati a pensare all’infanzia, all’adolescenza e alla giovinezza. L’educazione, nella prospettiva della life long education, coinvolge gli individui durante l’intero corso della loro vita, pertanto, riguarda anche gli adulti. Affrontare il tema dell’educazione degli adulti ci sprona nel tentativo di delimitare tale età, volendone tracciare l’inizio e la fine. Il dato di realtà ci porta a riconoscere l’elasticità e l’allungamento della condizione adulta, con la conseguente difficoltà a definirne i confini.
Non è più possibile oggi parlare di una età adulta, connotata chiaramente dalle sue caratteristiche cronologiche e distintive: abbiamo una adolescenza che si prolunga nel tempo, così come una vecchiaia che giunge sempre più tardi. Sembra che siano saltati i riti di passaggio al mondo adulto: l’entrata nel mondo del lavoro, l’autosufficienza economica, il matrimonio, la genitorialità. Questi life-markers non rivestono più l’importanza che avevano fino ad alcuni decenni fa, hanno perso il loro valore. Lo testimonierebbero sia la fine della stabilità della vita familiare e la difficoltà di esercitare i ruoli genitoriali, sia la fine dell’idea di un lavoro fisso e stabile, a cui si contrappongono tipologie di occupazione contrassegnate da flessibilità e da forme di precarietà diffusa. Il contesto attuale sembra essere contraddistinto dalla temporaneità: il legame coniugale è percepito come temporaneo così come il proprio lavoro. Questi ambiti di vita hanno perso i tratti della stabilità, per assumere quelli dell’imprevedibilità e della fragilità. Tale condizione viene ad assumere le caratteristiche di una precarietà esistenziale, che si riflette sulla condizione liquida del nostro tempo. Si può, in tal senso, sostenere che parlare di adulti significa riferirsi a soggetti in crisi di progettualità. Al posto della capacità progettuale, di proiezione verso il futuro, abbiamo l’esaltazione della libertà, intesa nell’accezione di non avere vincoli e limiti.
Stiamo assistendo all’affermazione dell’individuo e della sua libertà, lasciando sullo sfondo la società e le responsabilità verso di essa. Vi è una sorta di autoreferenzialità nell’adulto, incapace di cogliere le relazioni di interdipendenza tra sé e l’ambiente circostante. Vediamo prevalere scelte mosse dall’individualismo e non dal senso di responsabilità. Questa situazione interpella la riflessione pedagogica e porta a riconoscere l’importanza dell’educazione degli adulti, nella consapevolezza che l’adulto non è colui che conquista la maturità una volta per tutte, bensì si trova a raggiungere uno stato di equilibrio dinamico, soggetto a trasformazioni. Anche l’età adulta è contrassegnata da crescita, evoluzione, crisi e cambiamento.