Passione educativa senza fine
Non è il più famoso dei santi bresciani. Anzi è tra i più sconosciuti. Lodovico Pavoni, prete bresciano vissuto all’inizio del 19° secolo... L'editoriale dell'inserto del n° 38 di oggi è di don Adriano BIanchi
Non è il più famoso dei santi bresciani. Anzi è tra i più sconosciuti. Lodovico Pavoni, prete bresciano vissuto all’inizio del 19° secolo e che visse le Dieci giornate che resero Brescia, Leonessa d’Italia, è tra coloro che hanno contribuito a imprimere nel cammino ecclesiale della nostra Chiesa la forte passione per l’educazione dei giovani. Non c’è prete, non c’è parrocchia o congregazione religiosa, tra quelle nate a Brescia nell’Ottocento, che non senta come proprio questo tratto pedagogico e che in fondo non abbia cercato e cerchi, pur nell’originalità di ogni carisma o situazione, di renderlo attuale ed efficace. Pavoni ci ha dato i prodromi di quel “metodo preventivo” e di quel “far crescere buoni cristiani e buoni cittadini” che don Bosco rese famoso nel mondo. Lo fece guardando i ragazzi più bisognosi e deboli.
“La sua attività – diceva Giovanni Paolo II – spaziava in molti campi, da quello dell’educazione al settore dell’editoria, con originali intuizioni apostoliche e coraggiose azioni innovatrici”. Il 16 ottobre papa Francesco lo farà Santo. Cosa provoca questo nuovo dono in noi? Come rendere attuale l’impronta educativa della nostra azione ecclesiale? L’abbiamo chiesto ai pavoniani, ma anche a chi continua l’opera delle bresciane Annunciata Cocchetti, Bartolomea Capitanio e Vincenza Gerosa e poi di don Tadini e padre Piamarta...
E poi ci sono i nostri oratori. Quell’accoglienza a tutti ispirata dal Pavoni ha ancora cittadinanza nei processi educativi? Quanti si lasciano appassionare da questo servizio? E con quale stile? La Chiesa gioisce per un nuovo santo educatore e il Papa dedicherà il Sinodo dei Vescovi del 2018 ai giovani, alla fede e al discernimento. Che bello! La passione educativa nella Chiesa non è finita.