Partecipare ancora
"L’investimento più grande e necessario è quello dell’ascolto"
“È la convenienza a farvi entrare, ma è la qualità che vi fa tornare”. Mi è capitato di ascoltare questo slogan nelle pause pubblicitarie delle lunghe dirette televisive sull’esito del voto amministrativo di domenica e lunedì scorsi. Così, mentre c’era chi si arrampicava sui vetri per spiegare la sconfitta e chi, forse con enfasi eccessiva, celebrava la vittoria, mi sono ritrovato a riflettere su quelle parole indirizzate ai clienti di un supermercato. Della tornata elettorale il dato più evidente è quello della scarsissima partecipazione al voto. Trovare spiegazioni non è facile, anche perché non sono questioni che si elidono ma che si sovrappongono. Quelle legate alle scelte dei candidati e alle strategie dei partiti le lascio volentieri ad altri. Ne sottolineo invece una che trasversalmente dovrebbe prima o poi sollecitare tutti, ed è la debolezza sostanziale del ruolo di chi chiamiamo a rappresentarci nelle sale dei nostri municipi. I sindaci hanno un sacco di responsabilità ma pochissimo potere. Negli ultimi vent’anni gli obiettivi di stabilità e riduzione del debito hanno straordinariamente ridotto gli spazi di manovra e di progettualità delle amministrazioni locali. A rimetterci sono stati i servizi ai cittadini, messi a bando con un unico imperativo di fondo: risparmio. Poi è arrivata l’emergenza sanitaria degli ultimi due anni, una situazione che ha lasciato ben poco da gestire autonomamente ai governi locali, con effetti sociali profondi: larghissime fasce di popolazione che si sono progressivamente ritirate dalla vita di comunità; abitudini e comportamenti rivoluzionati da un uso della tecnologia che ha sostituito il contatto umano e ridisegnato le relazioni. Da più parti c’è chi ha lamentato una campagna elettorale che non ha saputo scaldare il cuore degli elettori. Personalmente credo invece che ai candidati, tutti, si debba dire grazie, perché contrastare la sensazione di un voto senza efficacia reale e tentare di riconquistare alla fiducia chi si è allontanato dalla vita pubblica era e rimane un’impresa. Il crollo della partecipazione non riguarda ovviamente solo la politica. Per la realtà che mi riguarda da vicino posso testimoniare che l’investimento più grande e necessario è quello dell’ascolto, per cercare e trovare insieme le risposte di cui le persone hanno bisogno. Mutuando le parole della pubblicità che ho citato all’inizio, è la necessità ad avvicinare un lavoratore al sindacato, ma solo se incontra passione, competenza e umanità sente d’essere parte di qualcosa per cui vale la pena spendersi in prima persona.