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Brescia
di LUCIANO ZANARDINI 07 ott 2022 16:15

Parole di speranza

Si può ancora ascoltare la Parola di Dio. Si può anche in una sera autunnale per giunta piovosa. C’è una sete che ha bisogno di essere saziata. Spesso siamo portati a osservare solo tutto quello che non funziona e non ci accorgiamo di quanto abbiamo attorno a noi. Semplicemente ripiegati sui numeri di un tempo, incapaci di scorgere le tante figure che, a vario titolo, ricoprono ancora compiti educativi e pastorali nelle nostre comunità. E che hanno bisogno di proposte qualificate. La scorsa settimana si sono concluse nella chiesa delle Sante Capitanio e Gerosa le serate itineranti promosse per la festa del nostro settimanale. Cinquecento persone, tra cui molti giovani, hanno pregato e hanno ascoltato la catechesi di don Luigi Maria Epicoco, filosofo e teologo, autore di diversi libri, tra cui, l’ultimo, dedicato alla scelta di Enea che intraprende un viaggio non poi così diverso dal percorso che ciascuno di noi affronta nella propria esistenza. Sollecitato dalla lettera pastorale del vescovo Pierantonio, don Luigi ha invitato a guardare nei dettagli del nostro quotidiano. In un clima di raccoglimento sono risuonate tante domande. Ogni giorno, infatti, sperimentiamo le difficoltà e le incertezze, fino ad arrivare a chiederci: “Ma qual è il mio posto nel mondo?”. Sempre di più, la solitudine e la depressione abitano all’interno delle mura domestiche. Siamo e ci sentiamo soli, in balia delle intemperie che, in ogni stagione, si possono abbattere.

Purtroppo, come ha sottolineato, don Epicoco, “non siamo più abituati a condividere quello che stiamo vivendo. Prima ancora del dono della fede, abbiamo bisogno di amici. Siamo davvero in grado di stare insieme e di interrogarci sulle cose profonde e di non rimanere indifferenti all’esperienza del buio? A volte siamo morti, perché non riusciamo ad avere più un grande desiderio sulle nostre labbra. L’allontanamento da Dio ci porta a una sorta di morte”. Ci siamo arresi alla crudeltà delle tragedie, al dolore innocente, alla guerra… “Quando entriamo in chiesa, non ci scandalizziamo più nemmeno davanti a Gesù crocifisso”. Possiamo abituarci alle immagini, “ma non possiamo abituarci alla croce che entra nella nostra vita. Quando una persona incontra il dolore innocente, rimane scandalizzata e si chiede: ‘Dov’è Dio in tutto questo?’. Che senso ha la nostra vita quando incontra la croce?”. Come i discepoli di Emmaus usciamo da Gerusalemme un po’ scandalizzati. “Noi possiamo allontanarci dal Signore, ma il risorto ci viene a cercare proprio mentre ci stiamo allontanando, quando sono crollate tutte le nostre convinzioni. Allora il risorto cammina accanto a noi e ci rivolge la domanda: ‘Di cosa state parlando?’”. Quando siamo al buio, il Signore si avvicina e ci spiega il senso delle Scritture, insegnandoci il valore del silenzio. Il messaggio di Gesù offre uno sguardo positivo sul mondo e sulla vita. Abbiamo bisogno di parole di speranza. Anche quando tutto sembra andare in una direzione negativa, possiamo leggere e interpretare i segni dei tempi. Senza dimenticare, parafrasando Francesco, che l’ascolto della Parola per la società è lievito di giustizia. E sappiamo bene di quanto ne abbiamo bisogno. Rispondendo all’invito della lettera pastorale del Vescovo, singoli, gruppi e associazioni sono chiamati a provare il metodo della lettura spirituale condivisa della sacra Scrittura, che è per sua natura destinata a tutti.

LUCIANO ZANARDINI 07 ott 2022 16:15