Ora e... dopo?

Mi occupo di economia e management in ottica di economia civile e quest’ultima interseca molti saperi, semplicemente perché l’assunto di A. Genovesi dell’“homo homini natura amicus est” affonda le sue radici in ogni dimensione della nostra vita civile, anche nelle imprese. Ho apprezzato dunque Paola Zini, la quale in una recente uscita ha affrontato il tema dell’“educazione alla progettualità”, i cui numerosi spunti mi spingono ora a proporre un ponte di riflessione nelle imprese. Se va ricercata la dimensione di senso nelle vite delle persone, allenarsi sul why, il purpose, per le imprese significa conferire una dimensione di senso all’azione imprenditoriale, rendere la gestione strumento capace di raggiungere fini ed obiettivi economici in risposta ad un perché, che è peculiare e tipico per ogni impresa.
La temporaneità dell’oggi nelle nostre vite specularmente rimanda ad una dimensione di tempo per le imprese di breve, al massimo, medio periodo, in un contesto spesso in corsa sul recupero di indicatori di redditività e performances legati ad un mercato fortemente competitivo e in decisa accelerazione. Come le persone devono crearsi un progetto di auto-realizzazione, altrettanto le imprese, per la sopravvivenza nel tempo, non possono mancare di stendere una progettualità imprenditoriale che, nel rispetto del raggiungimento degli obiettivi, non tradisca la loro identità, ma li rinforzi e differenzi nel mercato. Faccio mia la teoria dell’agentività di A.Bandura, che dice della capacità umana di fare accadere gli eventi, l’auto determinazione, e, se ciò accade nella vita personale, mi chiedo perché non possa accadere nelle imprese, comunità organizzate di uomini orientati a obiettivi imprenditoriali. Siamo noi, persone ed imprese, a porre le condizioni per determinare il nostro futuro, certamente immersi nel mondo che ci circonda, e spesso in forma concorrenziale. E la relazione dunque con il mondo imprenditoriale non può prescindere dall’essere capaci, come imprese, di progettualità e progettazione operativa nel medio-lungo periodo, o si rischia di restare ai margini, spettatori di ciò che il mercato e le imprese tutte, nella loro continua evoluzione, faranno. In questa sfida le imprese abbracciano un tempo che va oltre l’oggi e hanno uno sguardo certamente lontano, definendo la visione, chi come imprese vorranno essere, gli obiettivi, le attività, gli strumenti, lo stile e gli stakeholders. E questo lungo viaggio verso il futuro della vita delle nostre imprese non credo proprio si possa fare, nella complessità dell’oggi, se non con le persone che le animano.
