Oltre la cattiveria che ha ucciso
Quando la violenza e la morte irrompono attraverso fatti di cronaca nera in una comunità, come quest’estate è accaduto a Nave con la vicenda di Manuela Bailo, il sentimento dominante è lo smarrimento
Quando la violenza e la morte irrompono attraverso fatti di cronaca nera in una comunità, come quest’estate è accaduto a Nave con la vicenda di Manuela Bailo, il sentimento dominante è lo smarrimento. “Proprio tra noi? Tra le persone che conosciamo? È capitato a lei? Sapevamo chi era, siamo cresciuti insieme, conosciamo la sua famiglia, i suoi amici... È una di noi!”. Attoniti, smarriti, tutti coinvolti. Un fiume di emozioni attraversa inevitabilmente il cuore di familiari, amici, ma non di meno della gente comune. Mentre gli avvenimenti si susseguono la partecipazione e la tristezza diviene collettiva. Nessuno si sente escluso.
Così il triste epilogo della storia di Manuela Bailo ha colpito tutti. La sua vita spezzata, la scoperta di una violenza insensata, il dolore profondo non hanno lasciato nessuno indifferente. Anche a Nave il lutto è diventato quello di una comunità intera. Soprattutto il momento dei funerali dà corpo alla tragica presa di coscienza dei fatti, permette di esprimere vicinanza ai familiari, scioglie il pianto, e dà voce alla ricerca di giustizia. Per chi crede è però soprattutto il tempo della sosta nella preghiera e del rifugio nella speranza che nasce dalla fede nella vittoria di Cristo sulla morte. In occasioni come queste serve sobrietà, una compostezza che esprime rispetto e cura, servono parole autentiche.
È accaduto anche ai funerali di Manuela. Il parroco don Ruggero Zani ha espresso parole che resteranno affidate anzitutto alla famiglia di Manuela, ma che non possono non toccare il cuore di tutta la sua comunità. Non è mai facile per un pastore trovare le parole giuste. Anche il cuore di un prete si fa le domande che si fanno tutti davanti alla tragicità della morte e della violenza. Poi però, in forza del ministero, tenta di balbettare un percorso in cui la sua comunità possa ritrovarsi e non smarrirsi. “Oggi preghiamo per te Manuela - ha detto don Zani ai suoi fedeli - in tanti lo hanno fatto nei giorni trascorsi dalla notizia della tua sparizione fino ad oggi. Speravamo che tu potessi riapparire ma, mentre le speranze si affievolivano fino a crollare, la preghiera non veniva meno”. Ecco anzitutto la preghiera, quel dialogo mai interrotto con il Signore anche nella difficoltà. La preghiera che è sempre incontro. Poi la cattiveria e il dolore umano che trovano pace solo nel riposo dell’amore divino. “Manuela, tu hai già incontrato Dio - ha continuato il parroco - e con lui hai parlato della tua vita. Senza sorpresa avrai visto che la conosceva tutta, per filo e per segno, fino nei pensieri. Avrai ascoltato quello che ti diceva e la tua anima si sarà emozionata; avrai conosciuto il suo giudizio e la verità che esso esprimeva e quando ti avrà abbracciato con la sua misericordia ti sarai persa in Lui. In quel momento la cattiveria del mondo e quella che ti ha travolto, per te è svanita ed è rimasto l’amore sincero di chi ti ha voluto bene; amore moltiplicato all’infinito perché Dio è amore”. E ancora il perdono, la giustizia anche quella umana che va cercata, raggiunta.
“La cattiveria umana conduce alla morte, ma Gesù questa morte l’ha sconfitta e con essa la cattiveria. E nella visione trasfigurata che Dio ora ti concede saprai conoscere che cosa è il perdono; vedrai con chiarezza che la misericordia del Padre non rinuncia alla giustizia, perché la giustizia, anche quella umana, non solo è doverosa, ma è buona, si completa con la redenzione. Gesù ha preso su di sé anche la cattiveria che ti ha ucciso.
Noi quaggiù comprendiamo bene la giustizia, meno la misericordia”. E infine l’affidamento perché ci sono abbracci che soffocano, ma altri che danno vita. “Le braccia di un uomo ti hanno scaricata esanime nella nuda terra, le braccia di Dio hanno raccolto la tua anima, l’hanno lavata e purificata e la sua voce ti ha detto: ora vivi per sempre, il male non potrà più sfiorarti”. Oltre la cattiveria... per Manuela, per Nave, per tutti noi.