"O noi o loro"
In vacanza si compra la Settimana Enigmistica. Perché i giochi con le parole sono stuzzicanti e hanno il pregio di insegnare qualcosa di nuovo. Senza dover comprare nulla, c’è il gioco delle parole della campagna elettorale. Vi elenco le espressioni che sono state usate. “Noi siamo il campo giusto”: tutti gli altri hanno sbagliato? “Sarò il front runner”: più della metà degli italiani non sanno cosa vuol dire. “Bisogna indicare il nome dei ministri prima delle elezioni”: in Costituzione è prerogativa del Presidente del Consiglio scegliere i nomi dei ministri. “La solita ammucchiata”: la legge elettorale impone le ammucchiate. “O noi o loro”: per forza, si esprime un solo voto. “Cercano solo le poltrone”: perché uno dovrebbe candidarsi per perdere? “Imporranno nuove tasse”: in genere senza tasse non c’è democrazia, mi piacerebbe capire di più come vengono usate. “Rimarremo atlantici”: non sembra il momento di andare con la Russia. Queste espressioni coinvolgono tutti i partiti, nessuno escluso. Le elezioni, direbbe Totò, agiscono come una livella, appiattendo tutti sugli schemi, francamente un po’ vuoti. Solo che Totò lo diceva della morte: nessuno morirà e al 26 settembre avranno vinto tutti. La soluzione del rebus, per gli amanti dei giochi di parole, c’è già.