Non lasciamo morire l'umanità
Qualcuno la sta uccidendo questa umanità: i manifesti apparsi in città, che definiscono “feccia” quei poveracci che magari non hanno il diritto di rimanere in Italia, ma che restano pur sempre creature umane, figlie dello stesso Dio che ha creato me e anche quelli che tentano di annientarli
Francamente sono tra coloro, e non mi sembrano pochi, che hanno la consapevolezza che l’Italia stia vivendo politicamente qualcosa di nuovo. Non me la sento né di giudicare né di schierarmi tra gli ottimisti o i pessimisti. È proprio della democrazia, finché abbiamo la fortuna di avercela, di creare situazioni politiche diverse e contraddittorie ed è compito di ogni cittadino di rispettare i risultati delle elezioni, anche quando queste portano alla sintesi degli estremi. Non ho paura di quanto potrà succedere, perché sono convinto che ci sono tutti i mezzi democratici, dalla Costituzione alla magistratura e al pluralismo politico per evitare derive autodistruttrici. Ho paura solo della distruzione dell’umanità. Non parlo ovviamente del complesso delle creature umane: a quelle ci stanno pensando già a sufficienza le armi da guerra e no. Parlo del sentimento umanitario quello a cui alludeva mia madre quando mi diceva: “Ma Mario, un po’ di umanità…!”.
Qualcuno la sta uccidendo questa umanità: i manifesti apparsi in città, che definiscono “feccia” quei poveracci che magari non hanno il diritto di rimanere in Italia, ma che restano pur sempre creature umane, figlie dello stesso Dio che ha creato me e anche quelli che tentano di annientarli. E siccome non voglio mai condannare nessuno, se non chi volutamente uccide l’altro, penso che a quanti hanno prodotto quei manifesti inumani sia doveroso concedere il beneficio dell’ignoranza. Di fronte a questo, sperando che capiscano loro e non solo loro, che i diritti personali non collimano con l’annientamento dell’altro, mi permetto di ricordare che noi cristiani crediamo in un Dio che ci giudicherà solo sull’amore reciproco.