No degli italiani al ritorno del fossile
“Circa sette italiani su dieci chiudono la porta a un ritorno ai combustibili fossili; gli stessi che chiedono di andare avanti con gli impianti delle rinnovabili; gli stessi che considerano importante il risparmio energetico di ciascuno sia che provenga da un uso più intelligente di termosifoni e condizionatori che dall’efficientamento energetico di edifici ed elettrodomestici”.
Con una certa sorpresa Riccardo Luna, direttore di Green &Blue commenta i dati della recentissima ricerca SWG, un prestigioso istituto di ricerca, secondo i quali il 70% degli italiani ritiene che l’economia verde sia una risorsa.
Non era scontato che gli italiani si esprimessero con tanta determinazione e che il 62% degli intervistati si dichiarasse perfino disponibile a utilizzare l’auto privata solo per strette necessità.
Una nuova consapevolezza stava maturando a fronte dell’allarme sulle sorti del pianeta. La pandemia e la guerra hanno accorciato i tempi e portato a conclusioni che qualche anno addietro sembravano una meta lontana o irraggiungibile perché proponevano scelte in segno opposto a quelle del consumismo, del profitto senza rispetto della dignità dell’uomo, del mito di un progresso senza limiti.
Non è stata però la paura di questi ultimi anni e mesi a provocare un’accelerazione della maturità ecologica perché da tempo l’alleanza tra scienziati e giovani aveva lanciato l’allarme sul declino del pianeta, sui ripetuti e diffusi attacchi a beni comuni quali il suolo, l’aria, l’acqua.
La capacità di comunicazione degli esperti e con il grido delle nuove generazioni ha trovato ascolto nella maggior parte dei media nei media e si è formata una triplice alleanza culturale.
La politica del nostro Paese, come di altri, si è distratta ma ora dovrà prendere atto che non c’è un vento contrario alla transizione ecologica, dovrà tenerne conto fin dalle imminenti elezioni amministrative che riguardano il governo del territorio.
Occorre tenere alta la guardia perché le minacce all’ambiente possono prendere forme subdole o non immediatamente visibili. Sottolinea al riguardo Antonella Caroli presidente di Italia Nostra: “Il decreto Semplificazioni, in particolare le norme dedicate alla velocizzazione delle autorizzazioni degli impianti eolici e fotovoltaici a terra, continua a trasformare i territori di pregio naturalistico e paesaggistico italiani in zone industriali e a consumare suolo”.
La determinazione degli italiani segnalata dai dati della ricerca Swg deve tenere il passo anche per far crescere la politica. Su questa strada c’è l’alleanza con la Costituzione che nei suoi principi fondamentali, precisamente all’art 9, dice che la Repubblica “Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”.