Nella fragilità una bella testimonianza di fede
Sia fatta la Sua volontà. La malattia del vescovo Pierantonio ci ha colti di sorpresa. Vediamo, però, davanti a noi, il volto sereno di un uomo che affronta un percorso ad ostacoli e che non può sapere ciò che lo attende, ma si affida alla preghiera e ai medici. In quella serenità (che ha chiesto a tutti di mantenere) c’è una straordinaria testimonianza di fede. Nel tempo della prova il Vescovo ha offerto il suo amore e la sua dedizione alla Chiesa. E nella fragilità umana ha imparato un nuovo modo di servire: “Ho capito che per un Vescovo ci sono diversi modi per amare la Chiesa; uno è quello di guidarla se il Signore l’ha chiamato a questo e, quindi, se il Signore lo vorrà, si tornerà a guidarla; l’altro è di offrire la salute e forse la stessa vita perché la Chiesa possa essere veramente se stessa. Scelga il Signore quello che vorrà”. Negli ultimi mesi, nonostante la patologia, ha scelto di portare avanti alcune azioni importanti. Ha messo in secondo piano la sua salute per cercare di concretizzare quanto aveva in animo. Non si è risparmiato, procrastinando il trapianto di midollo.
L’idea di annunciare alla Diocesi la sua pausa forzata in occasione del discorso alla città nella solennità del Corpus Domini (e solo dopo le ordinazioni per non “oscurare” il dono dei sei nuovi sacerdoti) è stata vanificata dal chiacchiericcio trasformatosi in notizia. Non senza imbarazzo: il Vescovo, infatti, avrebbe voluto comunicare direttamente ad alcune persone, compresi alcuni familiari, le sue condizioni fisiche. E ora? Non si farebbe un bel servizio alla Chiesa se, preti, laici e religiosi, vivessero questo periodo nell’immobilismo o, peggio ancora, si sentissero autorizzati a procedere senza una visione d’insieme. Fisicamente il Vescovo non sarà presente, ma ha affidato la Diocesi alla cura del Vicario Generale, mons. Gaetano Fontana, e del Vicario per la pastorale e i laici, don Carlo Tartari. Saranno i registi di un lavoro di squadra che ha tanti protagonisti: i Vicari Episcopali, gli organismi diocesani di comunione, le comunità, i laici, i presbiteri, i religiosi e le religiose... Sul tavolo ci sono molte sfide, tra cui la lettera pastorale “Le vie della Parola”: la Parola è Gesù e le vie sono le vie della nostra vita.