Ministero del catechista
“Ricevi il libro delle Sante Scritture e trasmetti fedelmente la Parola di Dio, perché germogli e fruttifichi nel cuore degli uomini”. “Ricevi il vassoio con il pane per la celebrazione dell’Eucaristia, e la tua vita sia degna del servizio alla mensa del Signore e della Chiesa”. Queste le azioni e le parole del Vescovo nei Riti esplicativi della Liturgia di Istituzione dei Ministeri di Lettore e Accolito che, con il recente Motu proprio Spiritus domini, Papa Francesco ha esteso anche alle donne. Ora la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti provvederà entro breve tempo a pubblicare invece il Rito di Istituzione del Ministero del Catechista. Sì, perché con la nuova e bella Lettera Apostolica Antiquum Ministerium (il Motu proprio pubblicato il 10 maggio, Memoria liturgica di San Giovanni d’Avila), il Santo Padre attingendo alla secolare vita della Chiesa ha istituito con determinazione e coraggio profetico il Ministero di Catechista. Seguendo le linee del cerimoniale dei Vescovi, possiamo perciò immaginare che presto vedremo, catechisti e catechiste guidati dall’Evangeliario entrare processionalmente in Cattedrale; rispondere alla chiamata del Vescovo e ricevere un “Segno” che andrà ad esplicare il carisma, il valore e il ministero a cui sono stati chiamati. Per la verità, per molti sarà una conferma del servizio già svolto da anni con passione, dedizione, pazienza. Inevitabilmente credo che ai fedeli tornerà alla mente il proprio catechista e il catechista del proprio catechista.
Senza nulla togliere ai Vescovi e presbiteri, infatti, uomini e donne, giungendo perfino a donare la propria vita, hanno preso parte alla diffusione del Vangelo fin dagli albori della Chiesa. Un riconoscimento, quindi anche dal valore “retroattivo” che ingloba tutta la storia della catechesi passata, presente e futura. Sì, perché un ministero istituito, formalmente assegnato, diventa anche “istituente”, ossia capace di arricchire la Tradizione e di innestarsi nel lungo processo di attuazione del Concilio Vaticano II. Un passo di assoluto rilievo, insomma, che accenderà una luce anche sui tanti altri “ministeri di fatto” che caratterizzano la vita della Chiesa. Pensiamo ai cantori e agli organisti che sostengono la preghiera col canto; agli artisti che danno un’immagine all’Invisibile e a tutti coloro che concorrono per la maggior gloria di Dio.