Messaggi di pace inascoltati
Lo scorso 16 dicembre, papa Francesco ha salutato Sergio Mattarella, al termine del suo mandato come Presidente della Repubblica, donandogli due documenti pontifici. Quello sulla “Fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune”, firmato da lui con il Grande Imam di Al-Ahzar Muhammad Ahmad al-Tayyib ad Abu Dhabi il 4 febbraio 2019, e il “Messaggio per la Giornata mondiale della pace” del primo gennaio 2022, che Mattarella ha definito “fondamentale”.
Vi è scritto, tra l’altro: “Nonostante i molteplici sforzi mirati al dialogo costruttivo tra le nazioni, si amplifica l’assordante rumore di guerre e conflitti, mentre avanzano malattie di proporzioni pandemiche, peggiorano gli effetti del cambiamento climatico e del degrado ambientale, si aggrava il dramma della fame e della sete e continua a dominare un modello economico basato sull’individualismo più che sulla condivisione solidale. Come ai tempi degli antichi profeti, anche oggi il grido dei poveri e della terra non cessa di levarsi per implorare giustizia e pace”. Come hanno ricordato con un recente appello cinquanta premi Nobel e scienziati, tra cui Carlo Rubbia e Giorgio Parisi, “la spesa militare, a livello globale, è raddoppiata dal 2000 ad oggi, arrivando a sfiorare i duemila miliardi di dollari all’anno. Il meccanismo della controreazione alimenta una corsa agli armamenti in crescita esponenziale che equivale a un colossale dispendio di risorse che potrebbero essere utilizzate a scopi migliori”. Da qui la loro “Semplice proposta per l’umanità”: i Governi di tutti gli Stati delle Nazioni Unite si impegnino ad avviare trattative per una riduzione concordata della spesa militare del 2% ogni anno, per cinque anni”.
Nessuno tra i politici italiani ha speso una sola parola su questa proposta. Invece – come ho scritto su Voce il mese scorso – il “governo di unità nazionale” ha incrementato le spese militari approvando un numero inedito di programmi di riarmo: 23 programmi per un valore complessivo di oltre 12 miliardi di euro. Nei giorni scorsi è deceduto il Presidente del parlamento europeo David Sassoli. Un politico appassionato che ha rappresentato quel progetto di Europa solidale e promotrice di pace, diritti e dignità umana che tutti auspichiamo. “Un mondo che dialoga è più sicuro e guarda al futuro con maggiore serenità. L’Europa non può pensare di conservare il suo patrimonio di cultura, benessere e democrazia senza mettere tutto ciò a disposizione degli altri” aveva detto nel suo intervento inaugurando il “Festival della Pace” di Brescia di tre anni fa. Un invito che tutti i politici che si dichiarano cattolici dovrebbero fare proprio.