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di CARMINE TRECROCI 26 set 2024 16:04

Meno rifiuti, meno costi

In media, un cittadino bergamasco, nel 2022, ha pagato per la raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani della città poco più di 167 euro. Un cittadino bresciano quasi 174 euro, cioè circa sette euro pro capite in più. Il Comune di Brescia, però, paga per l’incenerimento dei propri rifiuti residui una tariffa più bassa di quello di Bergamo. Se dividiamo i costi del servizio per chilogrammo di rifiuto anziché per abitante, scopriamo che i costi nelle due città sono sostanzialmente gli stessi, intorno a 34 €cent/kg. I bergamaschi, tuttavia, producono in un anno circa 480 kg di rifiuti a testa, mentre i bresciani 507 kg. La percentuale di raccolta differenziata di Bergamo, inoltre, è al 76.8%, mentre a Brescia si ferma al 67.8, ben 9 punti in meno. Secondo i dati del Catasto Rifiuti ISPRA, quindi, che riprende le informazioni fornite dalle amministrazioni locali, il sistema rifiuti urbani a Brescia costa complessivamente di più che a Bergamo e si associa sia a una minore raccolta differenziata che a una maggiore quantità pro capite di rifiuti prodotti e inceneriti. Il gestore del servizio in entrambi i casi è Aprica SpA.

Cosa spiega, allora, il divario a sfavore di Brescia nel confronto con Bergamo, anzi, con moltissime altre città simili? Semplice, il sistema di raccolta. Brescia fa parte di quella sparuta pattuglia residua di comuni lombardi che non hanno ancora adottato la raccolta domiciliare completa dei rifiuti solidi urbani, rimanendo in balia di un complicato sistema misto che mantiene i cassonetti stradali per indifferenziato e FORSU e una disordinata raccolta semi-domiciliare per le altre frazioni. L’evidenza empirica disponibile parla chiaro: una raccolta domiciliare ben organizzata consente di contenere i costi del servizio e di promuovere una migliore separazione e una minore produzione di rifiuti. Si tratta del sistema che allinea meglio la convenienza per i singoli con gli interessi della collettività, e che funziona ancora più egregiamente quando abbinato alla tassazione puntuale del rifiuto indifferenziato: chi ne produce di meno paga di meno. I cassonetti sono catalizzatori di comportamenti scorretti, che spingono verso l’alto i costi e verso il basso la pulizia e il decoro. Brescia ha tanto da risparmiare, in termini economici come di impatti ecologici, con un metodo di raccolta dei rifiuti più razionale ed efficiente, riprogettato in ottica integrata e strategica insieme all’alimentazione del teleriscaldamento, oggi troppo dipendente dalle combustioni.

CARMINE TRECROCI 26 set 2024 16:04