Meloni: ora la prova di Governo
Il centrodestra ha la maggioranza in Parlamento. Fratelli d'Italia conferma le previsioni della vigilia e diventa il primo partito in Italia; nella coalizione perdono invece consensi Forza Italia e soprattutto la Lega che si ferma al 9%. Il centrosinistra unito non va oltre il 26%: colpisce il lato negativo del Partito Democratico al 19%. Resiste, invece, il Movimento 5 stelle che, soprattutto al sud, incassa molti consensi. Il terzo polo di Calenda schiacciato dal voto utile non va oltre il 7%.
Ora Giorgia Meloni e chiamata davvero alla prova della responsabilità dopo tanti anni di opposizione. Sa bene che il consenso degli italiani come è già successo con Renzi, con Salvini e con i Cinque Stelle non è eterno. Dalla sua ha i numeri per poter governare. Aldilà delle dichiarazioni elettorali, l'Italia con il suo debito pubblico importante ha ancora più bisogno dell'Europa. E Meloni dovrà gioco forza affidarsi al ruolo di mediazione di Forza Italia nei confronti del Partito Popolare Europeo.
Nuove sfide attendono chi ha l'incarico di guidare la nazione in questo difficile momento storico. Non è da sottovalutare il dato dei Cinque Stelle che con il reddito di cittadinanza hanno intercettato quella porzione di Paese segnata profondamente dalla povertà. Il reddito va sì rimodulato e gestito meglio, ma i poveri esistono e hanno bisogno di qualcuno che li possa ascoltare. La Lega ha perso il contatto con il territorio, ma era pur sempre un'anomalia il fatto che pescasse i voti nel meridione.
Spicca ancora una volta la scarsa partecipazione al voto (16,5 milioni di italiani non si sono presentati), che è molto evidente nelle aree più povere: su questo versante tutti i partiti devono interrogarsi.
Il risultato elettorale ha premiato maggiormente le forze che hanno preso le distanze dal governo Draghi. Evidentemente c'è poca memoria visto che è proprio grazie al governo Draghi e all'approvazione del PNRR che l'Italia ha margini di investimento; il Presidente del consiglio paga però l'ultimo anno di governo dove, a partire dalla rielezione di Mattarella, ha perso lo smalto dei primi mesi di azione, finendo "ostaggio" delle richieste degli uni e degli altri.