Manlio Milani, uomo di stile
Caro Manlio, qualcuno esagera su di te e dice che se noi bresciani possiamo guardare a Piazza Loggia, dopo 50 anni, con una certa serenità e con una memoria condivisa e non devastata, lo dobbiamo totalmente a te, alla tua cocciutaggine costituzionale di cercare la verità a tutti costi. Mi sembra più rispettoso del tuo dolore e del tuo instancabile lavoro dirti un’altra cosa: la nostra città a te deve la riconoscenza di come sei cambiato e ci hai fatto cambiare nel custodire la memoria di quel 28 maggio.
Avevi, anzi, avevamo tutto il diritto di essere arrabbiati fino in fondo, di vendicarci, magari anche di farci giustizia da soli. Eppure siamo qui a celebrare la democrazia, la giustizia e, persino, dove possibile, il superamento dell’ingiustizia con la riconciliazione. Ha ragione il Presidente Mattarella quando dice: la Repubblica italiana oggi è Piazza Loggia. Aggiungiamo: lo è da 50 anni e lo è per lo stile bresciano, incarnato in te, del voler risolvere i problemi con il contributo di tutti. A te dobbiamo la regia di questo stile, per il quale tutti, laici e cattolici, ti riconosciamo un bene politico (della polis, s’intende) più forte della bomba: questo è il vero colore sulla strage con cui possiamo rivedere, già da tanto tempo, i fotogrammi di quel giorno.