Ma il vescovo che tipo è?
Certo questo primo contatto è solo l’inizio, e come ogni nuova partenza contiene attese, speranze, desideri. D’altro canto “le sfide” sono tante e a tutti sarà chiesto, in qualche modo a quale “partito” iscriversi nella stagione nuova che si apre per la Chiesa bresciana
Domanda ricorrente. “Ma il vescovo Pierantonio che tipo è?”. Risposta: “Buono e intelligente come l’ha definito il vescovo Monari il 12 luglio scorso annunciando la nomina del suo successore”. Il primo incontro informale a Seveso, e quello più disteso con i giornalisti bresciani a Milano, confermano questa lettura. Mons. Tremolada è gentile, affabile, intelligente. Ci ha raccontato con semplicità i suoi sentimenti di pastore, la sua gioia di venire a Brescia, la sua fiducia nella chiamata del Signore per questa nuova missione. C’è in lui il desiderio di incontrare il volto dei bresciani, di conoscere il loro nome, di condividere la loro storia. Chiama “avversari” del Vangelo che dona pienezza di vita l’insicurezza, l’isolamento, l’indifferenza e traccia la via della bellezza delle relazioni come antidoto e orizzonte del cammino futuro. Nel suo cuore ci sono i preti, i giovani, I più deboli. "Quando dirò qualcosa, mi piacerebbe pensare di dirla in comunione con i miei preti” - ha detto ai giornalisti - “spero di conoscerli presto, uno a uno”. I giovani, poi, “con loro facciamo fatica come Chiesa, ma sono anche il punto su cui dobbiamo investire di più”. Stanno a cuore, infine, al vescovo Pierantonio “i più deboli, quelli che faticano di più nella vita”. Ci sono tante altre parole, espressioni, sguardi in questi primi incontri: amicizia, convivialità, dialogo, chiarezza, serietà e su tutte la Parola di Dio: “La Bibbia, mi scrisse un giorno il Card. Martini, sarà il futuro del cristianesimo europeo”, quindi, chissà, anche di quello bresciano.
Certo questo primo contatto è solo l’inizio, e come ogni nuova partenza contiene attese, speranze, desideri. D’altro canto “le sfide” sono tante e a tutti sarà chiesto, in qualche modo a quale “partito” iscriversi nella stagione nuova che si apre per la Chiesa bresciana. Saremo attendisti? Lasciamo che arrivi Tremolada, vediamo come si muove, chi sceglie, cosa fa e poi, raggiunto più o meno un punto di equilibrio, liberi tutti, avanti come prima. Ci iscriveremo al partito degli apocalittici? Il piano del cristianesimo bresciano è più che inclinato, precipita e non sarà un vescovo, anche se nuovo, a cambiare le cose. Faremo gli integrati? Finalmente si cambia. Rottamiamo il passato, soprattutto il passato prossimo, (magari recuperiamo un po' di passato remoto). Vescovo nuovo, vita nuova. Insomma…
È sempre bello ricordare le parole di Gregorio di Nissa: “Chi cammina verso Dio, va da un inizio a un nuovo inizio”. Senza una convinzione ecclesiale forte di “camminare verso Dio” ogni nuovo inizio andrà sprecato. Quello di un curato che in questi giorni arriva in un nuovo oratorio, quello di un parroco che cambia parrocchia e anche di quello del vescovo Tremolada a Brescia se non saremo pronti e fermi nella convinzione che, qualunque cosa accada, con il vescovo Pierantonio vogliamo camminare verso Dio.
Nel tempo che sta tra oggi e il cambio della guardia alla guida della diocesi non possiamo che assicurare la preghiera unanime di preti, diaconi, consacrati e laici bresciani per il vescovo che viene e per quello che va. E se da un lato il cuore in queste settimane non potrà che diventare ancora più colmo di gratitudine per mons Monari, per mons Tremolada non manchi da parte nostra un giusto e accogliente anticipo di fiducia.