Le piccole vicinanze
Caro amico, grazie per il tuo messaggio, trovato sotto la porta della redazione. È un delicato invito rivolto al Papa. Gli chiedi di istituire la Giornata mondiale della solitudine “per le persone abbandonate e inascoltate che soffrono”. Non so se tu ti senti tra queste o se la tua vita, in questo momento, te ne fa incontrare tante e vuoi prendere la parola a nome loro: essere soli è una grande tristezza, non sentirsi di qualcuno è una tortura. Ci siamo permessi di pubblicare il tuo biglietto: è un modo immediato per dirti che noi ci siamo.
Basterebbe allungare la mano e il cuore per non lasciare soli quelli vicino a noi. È una piccola grammatica dell’agire, forse anche un piccolo esercizio della Quaresima. Suggerisci di legare la Giornata della solitudine ai nostri patroni che già accompagnano le persone senza legami: i Santi Faustino e Giovita guariscono dalla solitudine perché ci aiutano a difendere la città, il bene comune di tutte le relazioni intrecciate .
A te, caro amico, e anche a me stesso chiedo uno sforzo: aiutiamo la gente intorno a noi a non lasciarci soli, sappiamo vedere le piccole vicinanze e non facciamocele scappare. Vale dal semplice sorriso donato da un bambino fino ad arrivare a quello del Papa, se serve.
