Le pagine scritte ieri
Non c’è più tempo per discutere di ragioni, torti, interessi, liste, idee, programmi o anche solo per chiedere se, per caso, candidati e liste abbiano un’anima, cioè quell'invisibile eppur vero sentire-agire-amare-condividere-accogliere e insieme gioire, che solo è sempre è in grado di cambiare i sassi in pane e il pane in un bene per tutti
Domenica si vota (tutti per l’Europa, alcuni anche per i comuni in cui risiedono) e non c’è più tempo per discutere di ragioni, torti, interessi, liste, idee, programmi o anche solo per chiedere se, per caso, candidati e liste abbiano un’anima, cioè quell’invisibile eppur vero sentire-agire-amare-condividere-accogliere e insieme gioire, che solo è sempre è in grado di cambiare i sassi in pane e il pane in un bene per tutti. Però ciascuno, rubando tempo alle solite cose, è ancora in tempo per interrogarsi e quindi orientare le sue scelte. Io, per esempio, ho deciso che andrò a votare (è un dovere e anche un diritto che non voglio lasciare ad altri) e che lo farò sapendo che il mio voto conterà tanto quanto quello del principe e dello straccione. Chi voterò, invece, è affare privatissimo. Però, ve l’assicuro, cercherò almeno di non fare disastri. Mi aiuta in questo tentativo ciò che ho potuto rileggere sull’opuscolo dedicato ai primi 75 anni del nostro settimanale.
Era il 1968, anno terribile, e quelle pagine scritte per non buttare al vento la storia vissuta, ripercorrendo le vicende, mostravano di che pasta erano fatti i cattolici bresciani e con quale forza, pur “in mezzo a un turbinio immane, sommersi da un rovinìo di cose e persone”, erano pronti ad assumersi la responsabilità del voto. Avevano anima e confidavano sui sette principii posti a premessa dell’orientamento dei cattolici nel campo sociale-politico, che riassunti, dicevano (e ancora dicono) che alla base di tutto deve esserci: “la riaffermazione e difesa della persona; la restaurazione dello Stato contro ogni assolutismo; la riaffermazione nel campo politico della libertà civile; la soluzione dei problemi economici-sociali secondo i principii della sociologia cristiana, via per attuare la giustizia sociale; la concezione del lavoro come condizione che assicura e diffonde la formazione della proprietà privata; la concezione organica della società come insieme di persone, di famiglie e di istituzioni che aspirano al bene comune potenziando l’unità nazionale e garantendo la pacifica vita delle Nazioni; l’affermazione della missione spirituale della Chiesa…”. Se non fossero cose scritte oltre settant’anni fa, mi verrebbe da pensare che son state scritte appena ieri…