Le fatiche nell'aiutare a crescere
Ha fatto scalpore il coro da stadio intonato da alcuni animatori e ragazzi durante la festa finale di un Grest, per lo sfondo razzista del suo contenuto. Ovviamente lo scandalo è che siamo all’oratorio e l’incompatibilità è totale, per altro riaffermata dai sacerdoti e dagli educatori della comunità. Già che ci siamo, comunque, mi piacerebbe allargare lo scandalo, per evitare di perdere un’occasione educativa.
In chi si stupisce “perché siamo all’oratorio”, vorrei suggerire che è proprio scandaloso pensarla così: l’oratorio non è un posto magico, esente dalla cultura che si respira, ma un luogo che accoglie tutti (compresi quelli insultati dal coro stesso) e che, quindi, sconta la sue fatiche nell’aiutare a crescere. In un mondo molto superficiale come il nostro è facile che i ragazzi non si rendano nemmeno conto di cosa stanno facendo e non lo giudichino nemmeno grave (giusto farglielo notare). I cori da stadio sono la punta dell’iceberg di una non cultura, quella che ritiene il diverso come un impaccio a se stessi, che non sa vedere al di là del proprio naso e che vorrebbe usare solo violenza per imporsi. Su questo, lo scandalo è che l’oratorio sia rimasto un po’ solo ad affrontare, con i mezzi di Davide, la forza di Golia. Chi si scandalizza, se è coerente e lo sa fare, aiuti il proprio oratorio.