Le donne nella scienza
Si è celebrata da pochi giorni la Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella Scienza, istituita nel 2015 dall’ONU per riconoscere l’importanza del contributo femminile in campo scientifico e tecnologico e promuovere lo studio delle discipline scientifiche da parte delle donne. Razionalmente nessuno può oggi misconoscere l’ovvietà della parità di valore del contributo di ogni essere umano all’avanzamento della conoscenza.
Eppure registriamo ancora una difficoltà di accesso delle donne, non solo al mondo del lavoro in generale, ma più in particolare a quello della ricerca in campo scientifico e tecnologico e anche alle posizioni apicali nei relativi settori produttivi. Non siamo neppure liberi da latenti pregiudizi. Nel dramma della barbara uccisione di Giulia Cecchettin un aspetto che ha provocato la sacrosanta ondata di sdegno e ribellione è l’invidia che pare aver suscitato nel suo fidanzato il suo essere una brava studentessa, migliore di lui. Giulia ha oggi una laurea alla memoria in Ingegneria biomedica. In futuro, nel nostro Paese, potremmo dedicare a Lei la giornata dell’11 febbraio.
Mi sia però consentito riportare anche un’altra storia, che intreccia Brescia e Padova. Nel 1678, a 32 anni, si laureò in filosofia a Padova Elena Lucrezia Corner Piscopia, secondo alcune fonti la prima donna al mondo ad ottenere una laurea. Leggiamo nell’Enciclopedia Treccani che Elena Corner nacque nel 1646, da Giovan Battista di Girolamo e da Zanetta di Angelo Boni. La madre, originaria della Valsabbia, era di assai umili condizioni; gli antenati del padre erano invece personalità di rilievo nella vita culturale padovana degli inizi del XVII secolo. Elena Lucrezia affiancava alla cultura classica e umanistica un’ottima conoscenza di astronomia, geografia, matematica, scienze naturali e lingue straniere, assurgendo ad una fama di dimensioni europee. La Corner, bresciana per parte di madre, fu anche affiliata dell’Accademia degli Erranti di Brescia. Leggiamo nell’Enciclopedia bresciana che, fondata nel 1619, l’Accademia si radunò dapprima nel monastero dei Benedettini in S. Faustino, oggi una delle sedi universitarie e che furono gli accademici nel 1664 a chiedere al Consiglio Municipale il consenso di aprire un piccolo Teatro. Nel 1709, si deliberò sempre a spese dei soci, di costruire un teatro che venne eretto, in forme molto ridotte, dove oggi sorge il Grande. Seppur la storia di Elena non assurse al tempo valore di emancipazione femminile, piace immaginarla calpestare la soglia di San Faustino e del primo nucleo del Teatro Grande. Scienza e arte radicate in una solida formazione, a monito di chi dà ancora troppo poco valore all’istruzione superiore!