Le domande e le risposte
Dal 29 gennaio al 2 febbraio i Vescovi lombardi vivono la visita “ad limina” (apostolorum) cioè alle soglie, alle tombe, degli apostoli. In questa occasione riferiscono al Papa sull’andamento delle loro Diocesi per ricevere indicazioni e risposte. Tradizionalmente si svolge ogni cinque anni, anche se l’ultima “italiana” risale al 2013. La nostra Diocesi, nonostante tutto il processo di secolarizzazione in atto, non ha perso la connotazione popolare della fede, soprattutto nelle fasce più anziane della popolazione.
Senza dubbio, come ha annotato mons. Tremolada al tradizionale incontro dei giornalisti in occasione della memoria di San Francesco di Sales, è mutato il rapporto dei giovani con l’esperienza di fede. Ecco perché non possiamo più contare solo sulle strutture che una volta reggevano la vita anche religiosa. “Deve cambiare il modo della Chiesa di accostarsi alle persone”. Ogni battezzato deve essere più capace di offrire e di mostrare la qualità dell’esperienza cristiana, deve testimoniare che vivere secondo il Vangelo riempie. Sappiamo che soprattutto le giovani generazioni inseguono una forma bella del vivere. Come comunità cristiana dobbiamo convincerci di far sentire “il sapore del Vangelo” a chi incontriamo, al lavoro o nel tempo libero. Quello che apparentemente può sembrare negativo diventa un’occasione, una sfida da cogliere.
Siamo chiamati, esortati o se volete costretti dal tempo presente, ad andare all’essenziale dell’esperienza di fede. Mons. Tremolada ha tracciato l’orizzonte in cui dobbiamo muoverci: la carità, la cultura e l’impegno nella società. “In fondo questo è ciò che ci sta dicendo Papa Francesco. La Chiesa in uscita non si preoccupa semplicemente di confermare ciò che ha sempre fatto, ma si lascia interpellare dalle nuove esigenze, dalle nuove domande e, comunque, dai bisogni fondamentali che, secondo me, non cambiano con le epoche”. Il desiderio di una vita che sia veramente tale è insito, da sempre, nel cuore dell’uomo.