La zona grigia

Più che la bellezza esistente, potrebbe salvarci il grigio, soprattutto quello colorabile. Può suonar strano, ma appare decisamente credibile e fortemente intrigante: in una recentissima ricerca del Censis gli italiani si definiscono cattolici per poco più del 70%, anche se i praticanti lo sono per il 15% e il 35% dichiara di partecipare occasionalmente a qualche attività ecclesiale. Niente di nuovo sotto il sole (anche la percezione nelle nostre comunità viaggia su queste cifre), se non che, a sorpresa, l’80% degli italiani dichiara che la propria base culturale è di ispirazione cattolica (addirittura la cosa vale anche per il 60% dei non credenti).
Da qui la zona grigia di questa fetta enorme di persone che dichiara un’appartenenza non-appartenenza. Per noi comunità cristiana è un’indicazione di metodo precisa e una prospettiva chiara: essere capaci di lavorare su questa zona grigia, andare oltre le apparenti distanze, avere la pazienza di ritessere significati, relazioni, alleanze. Il grigio è a metà tra il bianco e il nero, un po’ come qualcuno che non sa decidersi. È un colore senza colore: ha bisogno che qualcuno lo colori. Siamo già totalmente rassegnati al grigio o ancora capaci di colore?
