La voce degli imprenditori
Qualcuno, nel giorno dell’assemblea di Aib si è stupito, ma i più hanno capito che le parole pronunciate da Giuseppe Pasini, presidente degli industriali bresciani, non erano occasionali e tanto meno improvvisate. Senza mezze misure, infatti, mettevano in chiaro il disagio di una categoria
Qualcuno, nel giorno dell’assemblea, di Aib si è stupito, ma i più hanno capito che le parole pronunciate da Giuseppe Pasini, presidente degli industriali bresciani, non erano occasionali e tanto meno improvvisate. Senza mezze misure, infatti, mettevano in chiaro il disagio di una categoria, che abituata a rimboccarsi le maniche ogni volta che il Paese ha chiesto aiuto, non è adesso disposta a piegare la testa di fronte a governanti sordi “al grido d’allarme” lanciato da imprenditori certo ancora disposti a comprendere le difficoltà, ma non più ad accettare il disimpegno, accentuato da un’ingiustificata assenza di coloro che di impegno e di presenza, doti essenziali per chi intende governare, dovrebbe avere rispetto e farne tesoro. Di fronte alla platea che applaudiva, Giuseppe Pasini ha mantenuto un tono franco, risoluto e chiaro senza mai andare sopra le righe. Diceva degli sforzi compiuti per assicurare competitività alle aziende e per aumentare le possibilità di lavoro; raccontava le fatiche sostenute per innovare e per inserire i frutti dell’innovazione nelle aziende; lodava l’attaccamento al territorio di tanti imprenditori; snocciolava le cifre di un Provincia virtuosa, cioè orgogliosa di fare e di fare bene; sottolineava il valore dei rapporti di collaborazione instaurati con la città e la sua provincia, con le parti sociali e con l’Università; elencava i progressi conseguiti, senza però tacere le delusioni subite e sopportate; lasciava intravedere scenari di buon futuro; presentava la somma delle buone intenzioni con cui gli industriali bresciani vogliono presentarsi alle sfide imposte dalla modernità ribadendo il sì convinto all’Europa e il no altrettanto convinto a qualsiasi barriera nazionalistica. Abituato a vivere l’azienda secondo i canoni imposti dal papà, cioè a dire pane al pane e vino al vino, il Presidente dell’Associazione industriale bresciana Giuseppe Pasini, ha dimostrato al Paese di che pasta son fatti i bresciani: gente di poche ma chiare parole e di grandi fatti, buoni e generosi, lavoratori senza limiti e orari, coraggiosi nell’innovare e nel progettare sempre nuove imprese, parsimoniosi con se stessi ma coraggiosi nell’investire per creare benessere e buon futuro per tanti se non per tutti. “Nessuna preclusione – ha detto a chi si complimentava per le parole appena pronunciate –, solo diritto alla chiarezza. Noi ci siamo”. Qualcuno, invece, era veramente assente.