La verità e la bellezza
Serve la capacità della verità di quel che conta, anche nell’affrontare la realtà. La bellezza salverà il mondo, se il mondo la accoglierà nella verità.
Uomini che sbraitano, battono i pugni e, in qualche modo fanno i capricci e giocano a braccio di ferro sbandierando ideali. Chi guida il popolo si scontra, così viene raccontato, con l’Europa e con i sistemi cattivi che ce l’hanno, a sentir loro, con il popolo italiano. E poi via a battere pugni sul tavolo, a dire “A noi non interessa!”, a ribadire “Noi andiamo per la nostra strada, costi quello che costi!”. È solo togliendo l’audio alla tivù che ci si rende conto che quei capricci, ahimè, non vengono dal figlio di qualche anno che molti hanno in casa. Eppure sembrerebbero capricci…
Nel frattempo, tra un vociare e l’altro, giovani donne, forse ancora fanciulle in un corpo già quasi maturo, muoiono sotto i colpi di una violenza umana.
E allora, davanti a una cruda realtà, che dei capricci non se ne fa nulla, ma che rimane complicata da digerire, spiegare, affrontare, si dà libero sfogo a proclami, manifestazioni pro e contro qualcuno… perché a qualcuno, in questo mondo dipinto da tinte scure ma in modo assai semplicistico, bisogna pur dare la colpa…
È questa la fotografia che esce dall’attualità di un mondo che sembra sempre più aprirsi alla violenza. Il nostro tempo è malato. Serve coraggio, quel coraggio che va oltre i proclami, che va oltre i facili populismi di chi dice “è tutto mio”, “tu sei cattivo, lo dico io”, perché in fondo “la realtà la dipingo come pare a me” e “intanto cominciamo così che se qualcosa manca, alla fine, da qualche tasca prendiamo quel che manca”. Serve il coraggio di chi indica il bene e prova a raggiungerlo; serve il coraggio di chi prende in mano la verità; serve che la verità, anche se fa soffrire, permetta di essere liberi.
Non servono bugie comode, non servono inasprimenti inutili. Serve la verità e la bellezza.
La bellezza di un sorriso giovane, magari velato di preoccupazioni adolescenziali, ma vivo e vero; serve il sogno di un bimbo malato, che nonostante le settimane di vita in attesa di un donatore, sa ancora sperare, nella verità che quello possa essere per lui e i genitori l’ultimo tempo; serve la scomodità di una ruga o di una cicatrice che dicono che si è vissuto, anche con fatica, ma per il bello di vivere nella verità. Serve la capacità della verità di quel che conta, anche nell’affrontare la realtà. La bellezza salverà il mondo, se il mondo la accoglierà nella verità.