La tutela delle minoranze religiose
In un recente rapporto curato dal Ministero degli Esteri (“Religious Minorities in Euro-mediterranean Space”) si affronta la questione della tutela delle minoranze religiose in Europa, soprattutto nei Paesi candidati ad entrarvi: Serbia, Malta e Turchia, che manifestano un modello diverso di integrazione religiosa. Serbia e Malta hanno adottato un modello di rispetto delle diverse minoranze, mentre la Turchia resta un Paese molto problematico (non solo nel campo delle minoranze religiose, ma anche nei diritti umani fondamentali).
Ciò che fa diventare un Paese integrato o ostile alle minoranze religiose dipende da due scelte fondamentali: la libertà di educazione e la conoscenza diffusa del fatto religioso, in un mondo sempre più pluralista e che, quindi, dovrebbe essere attento a capirsi e a conoscersi di più. San Francesco l’aveva già capito un po’ di tempo fa, recandosi dal Sultano con gli strumenti della stima reciproca e della semplicità, ottenendo di più di un intera crociata che, partendo dai presupposti della Guerra (santa o non santa cambia poco) ha, di fatto, prodotto più problemi. Nonostante la ricca esperienza, non abbiamo ancora imparato a parlarci e ad evitare le guerre (sociali e personali) che, in questi come in altri campi, non risolvono nulla.
