La sfida della fraternità
La società contemporanea ha bisogno di riscoprire la fraternità, una parola che ha segnato la storia moderna e contemporanea. Ma se la libertà e l’uguaglianza hanno il loro posto nel dibattito politico, la fraternità è dimenticata come è stato ricordato anche da padre Francesco Occhetta, gesuita e autore del libro “Democrazia. La sfida della fraternità”, intervenuto a Brescia in occasione del Congresso provinciale delle Acli. Solo attraverso la fraternità potremo spegnere il fuoco agitato dalla violenza, verbale e fisica, che divampa non solo in Italia ma anche in Europa. La forza della fraternità è la “nuova” missione del cristianesimo. La riflessione avanzata dalle Acli si inserisce bene nella 50ª Settimana Sociale (3-7 luglio) dei cattolici che, a Trieste, vede anche una nutrita partecipazione di bresciani. Siamo chiamati a favorire legami anche con chi ha pensieri differenti. Da questo punto di vista la Settimana è un ponte strategico tra la dimensione ecclesiale e la dimensione civile. Il tema “Al cuore della democrazia” non si esaurisce nei giorni dell’assise, che è stata concepita come un processo e non come un evento isolato. Non sono attese delle conclusioni, ma dei rilanci verso nuove tappe che avranno il compito di valorizzare l’esperienza di rete e di connessione tra territori. Quale contributo, allora, può offrire la Chiesa all’Italia in questa stagione?
Per rispondere riprendiamo le parole del card. Zuppi a Trieste. “Ci sentiamo parte di un Paese che sta affrontando passaggi difficili e crisi epocali: basti pensare all’inverno demografico, alla crescita delle disuguaglianze, alle percentuali di abbandono scolastico, all’astensionismo e alla disaffezione sempre più numerosa alla partecipazione democratica, alla vita scartata che diventa insignificante per l’onnipotenza che si trasforma in nichilismo distruttivo di sé stesso. Sentiamo la sfida dell’accoglienza dei migranti, della transizione ecologica, della solitudine che avvolge molte persone, della difficoltà di spazi per i giovani, dell’aumento della conflittualità nei rapporti sociali e tra i popoli, infine della guerra che domina lo scenario internazionale e proietta le sue ombre su tutto questo. Dovremmo interrogarci con severità: come è possibile? Quante risorse sprecate, quante opportunità perdute, quanti campi in cui è urgente una maggiore solidarietà! Raccoglieremo e raccoglieranno quello che oggi seminiamo! L’indicazione evangelica e la Dottrina sociale della Chiesa rappresentano tanta parte dell’umanesimo che è la vera identità del nostro Paese”.