La sfida degli Scout
Gli Scout hanno il compito e il dovere di stimolare il protagonismo dei giovani, aiutandoli a crescere e orientandoli alla cittadinanza attiva
Ha ancora senso essere scout oggi? Sì, se si pensa alla grande responsabilità educativa che l’Agesci ha nei confronti delle generazioni che incontra ogni settimana sul territorio. Non sono certamente fuori moda i principi fondamentali che mettono al centro i giovani. In una società che invecchia sempre più rapidamente gli Scout hanno il compito e il dovere di stimolare il protagonismo dei giovani, aiutandoli a crescere e orientandoli alla cittadinanza attiva. Una cittadinanza attiva che viene richiesta da più parti sotto forma di educazione civica. Non sfuggirà ai più che abbiamo perso, nel mondo contemporaneo, la capacità di ridare senso e significato ad alcuni valori come la responsabilità (nei confronti di noi stessi e di chi ci sta accanto) e la testimonianza. L’Agesci non può e non deve prescindere da una visione cristiana della vita che tiene conto della globalità della persona e quindi della necessaria armonia con se stessi, con il creato e con gli altri. Da questo punto di vista è interessante l’esperimento di accompagnamento nell’Icfr senza rinunciare alle specificità dell’educazione scout.
Nel riconoscere se stessi si riscopre anche la vocazione all’accoglienza dell’altro. Recita, quindi, un ruolo decisivo la dimensione della fraternità che esorta gli scout a essere sì cittadini del mondo ma soprattutto operatori di pace, superando le differenze di razza, di nazionalità e di religione. Il cammino scout diventa un’occasione importante per condividere esperienze. E in molti, va ricordato, hanno scelto e scelgono ogni giorno di mettersi in gioco per servire i più piccoli. In questo processo è necessaria la formazione, quella formazione che il 16, 17 e 18 marzo vivono in tutta Italia i capi scout: la strada intrapresa diventa l’occasione per condividere il proprio percorso, per confrontarsi, per pregare, per fare delle scelte e per giocare insieme. Non è, però, un momento esclusivo: dalla tre giorni esce, infatti, un messaggio per l’Associazione. Incontrarsi, ascoltarsi, confrontarsi, fare sintesi: quattro azioni da recuperare e da valorizzare. A conclusione di questo cammino di discernimento, domenica 18 marzo alle 16 il vescovo Pierantonio presiederà la Santa Messa per tutti i capi scout della zona Brescia e Sebino presso la chiesa della Pace. Si tratta della prima occasione in cui incontra gli adulti che nella nostra diocesi sono impegnati in questo difficile ma stimolante compito educativo. Buona strada.