La scelta giusta
Mirko non vuole avere relazioni impegnative, nel senso che non vuole impegnarsi nel costruire una relazione. Conosce facilmente ragazze nel fine settimana e la condizione, più o meno esplicita, è di avere e dare un appagamento emotivo e sessuale: nulla di più. Mirko vuole stare bene in quel momento, essere appagato dal corteggiare ed essere corteggiato, avere ciò da cui è attirato, ma poi tutto deve finire lì. Non vuole dare il suo cellulare per non aspettare un sms che forse non arriverà, riporre speranze ed energie in un qualcosa forse mal riposto. Non vuole cioè avere delusioni, stare male. Ma nessuna relazione ha in sé la garanzia che andrà bene, che non farà soffrire.
Una relazione è sempre un lavorio che non termina mai, va coltivata in continuazione. All’inizio di una relazione nessuno può sapere come andrà. Nemmeno un rapporto importante che porta al matrimonio ha la garanzia che andrà bene. Se Mirko non vorrà mai rischiare però, non avrà mai una relazione significativa. Lui si trova adesso ad essere prigioniero della sua rete di protezione; vuole cioè non farsi male, avere sotto controllo le interazioni per proteggersi, ma in questo modo si rende prigioniero della sua stessa rete, che protegge sì, ma isola, in un senso di solitudine nel profondo. Lui evita una scelta significativa perché teme che possa non essere la scelta giusta: questa ragazza che mi attira sarà quella giusta? Nell’ipotesi di una scelta sbagliata, evita di scegliere e coltivare quella relazione.
Ma come si fa a fare la scelta giusta? Esiste la scelta giusta? Forse non esiste la scelta giusta, ma la più giusta: la più giusta in quella determinata condizione, in quella situazione, con gli occhi di quel momento, con la maturità di quella fase della vita. Quante persone soffrono nel presente per i sensi di colpa, i rimorsi, i rimpianti di una scelta fatta tempo addietro. Ma in quel momento quella è sembrata la scelta più giusta, con le valutazioni di quel momento. E poi bisogna mettere in conto che una scelta ne esclude un’altra, per definizione, quindi si perde ciò che avrebbe portato la scelta scartata. E viceversa. Qualcosa cioè si perde sempre in ogni scelta. Siamo portati a volere sempre il massimo, a non accontentarci, ad avere a che fare con una enorme concorrenza di proposte in ogni campo: il ventaglio delle scelte è enorme. Anche la libertà di scelta è enorme: per l’individuo attuale è più facile autodeterminarsi, anche solo rispetto alla generazione precedente. Se uniamo a tutto questo la maggiore aspirazione ad avere tutto sotto controllo, ecco che scegliere è all’ordine del giorno. Dobbiamo, per il nostro benessere, imparare a gestire al meglio la nostra libertà di scelta.