La sapienza del cuore
“Spetta all’uomo decidere se diventare cibo per gli algoritmi oppure nutrire di libertà il proprio cuore”. Così Papa Francesco sintetizza la sfida in relazione all’intelligenza artificiale, parlandone nel messaggio per la 58ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali che si tiene, come tradizione, il giorno dell’Ascensione. Più che essere spaventati dalla pervasività (percepita o meno) dell’intelligenza artificiale, ci deve spaventare l’assenza dell’intelligenza umana, che non è programmata per accumulare dati su dati, ma esperienza su esperienza per sentire se stessi e il mondo.
Io non sono riducibile a un dato, a un’immagine, a una pedina: come scrivo io, non scrive nessuno; come amo io, non ama nessuno; come immagino io, non immagina nessuno. Siamo uomini perché, nel parlarci, non portiamo solo dati, ma noi stessi; nelle parole non cerchiamo solo guadagno, ma senso; nelle informazioni non ci interessa solo la verità apparente, ma lo stare con gli altri per vivere. Sono sereno sul potere dell’intelligenza artificiale: se fosse veramente intelligente, ci chiederebbe di insegnarle a ridere e a piangere; guardando gli uomini che fanno la guerra e non sanno smettere, ci chiederebbe come l’intelligenza umana abbia fatto a diventare così stupida.