La salute in buone mani
Cosa possiamo chiedere a chi si prende cura della nostra salute? Che ci aspettiamo dalle istituzioni che ci accompagnano nei momenti della nostra fragilità?
Cosa possiamo chiedere a chi si prende cura della nostra salute? Che ci aspettiamo dalle istituzioni che ci accompagnano nei momenti della nostra fragilità? Le parole di Alessandro Triboldi, nuovo direttore generale di Poliambulanza, una delle strutture sanitarie bresciane più importanti del territorio, ci danno l’occasione di focalizzare qualche aspetto di ciò che si muove nel mondo di “chi si occupa di noi” quando la malattia entra nella nostra vita. Ci sono numeri, progetti, strutture, iniziative che sembrano ai più “materiale per addetti ai lavori”, ma che se ci pensiamo bene ci riguardano molto da vicino.
Chi non ha vissuto in prima persona, o per via di un parente, l’esperienza di un ricovero in ospedale? Chi non ha potuto valutare sulla propria pelle l’efficacia di una cura, l’umanità e la competenza del personale ospedaliero in un momento della vita? Se la spiegazione dei numeri e i piani strategici non sanno restituire al meglio lo spessore umano e professionale del lavoro di medici e personale ospedialiero è consolante poter verificare sul campo che chi si occupa di noi è saggio, competente e avveduto. Che chi sceglie, soprattutto in campo economico, è conscio che è in gioco la vita dei malati e la serenità di chi soffre accanto a loro. Brescia è fortunatamente ricca di strutture pubbliche e private di eccellenza che nei decenni hanno dato prova di saper reggere l’impatto del tempo con uno sguardo lungimirante sul futuro. Un successo che è da attribuire anzitutto alla qualità umana e spirituale di uomini e donne di una sensibilità straordinaria e di una concretezza operativa tipicamente nostre. Spedali civili, San Camillo, Fatebenefratelli e tante altre realtà ne sono prova evidente.
Così in Poliambulanza dove si sono coniugate l’amorevole carità delle Suore Ancelle e la visione coraggiosa di una buona amministrazione. Ecco perché parole come ricerca, formazione, efficienza, squadra, rete e cura ci fanno ben sperare. Se al centro resterà la nostra salute, la cosa più preziosa che abbiamo, saremo in buone mani.