La realtà dei numeri e lo struzzo
Il 2024 sarà il primo anno in cui l’umanità avrà visto la temperatura media del pianeta superare di 1.5 gradi quella dell’era preindustriale. La soglia limite degli Accordi di Parigi del 2015 viene raggiunta in un anno che ha visto anche il record di danni da eventi climatici estremi, come siccità, ondate di calore, inondazioni e tempeste cicloniche. Quest’anno le emissioni fossili di anidride carbonica supereranno dello 0.8% quelle del 2023, confermando che le combustioni di carbone, petrolio e gas, la principale causa di surriscaldamento del pianeta, non mostrano alcun segno di stabilizzazione. Quelle emissioni devono, invece, scendere di almeno il 43% entro il 2030 per avere qualche probabilità di limitare impatti catastrofici e irreversibili. I terribili fatti di Valencia, che hanno causato la morte di almeno 220 persone e danni per più di 10 miliardi di euro, sono stati solo l’ultimo capitolo dell’aumento di intensità e frequenza dei disastri. Nella scorsa settimana sono state pubblicate altre importanti stime dell’impatto economico del clima. Il primo dei due studi, preparato da un gruppo tecnico specializzato delle banche centrali, ha aggiornato la suite di modelli per quantificare i danni economici del surriscaldamento globale.
Il dato più significativo è sicuramente la perdita percentuale di Pil che si registrerebbe con le attuali azioni insoddisfacenti per la riduzione delle emissioni di gas serra: si arriverebbe a perdite complessive tra il 13 e il 19%. Avete capito bene: quel Pil che in Italia fa stappare lo spumante quando cresce dello zerovirgola, se continueremo a non fare abbastanza per mitigare le catastrofi climatiche, potrà ridursi, da qui al 2050, di più che durante le devastazioni della seconda guerra mondiale. La seconda indagine, curata da Oxera per la Camera Internazionale per il Commercio, contiene valutazioni analitiche sui danni inferti dai 4mila maggiori fenomeni climatici estremi degli ultimi 10 anni, stimandoli in almeno 2 mila miliardi di dollari. Più di un miliardo e mezzo di persone sono state direttamente colpite da questi eventi, mentre quelli avvenuti nel solo biennio 2022-23 sono costati più di 450 miliardi. La maggioranza degli elettori Usa ha appena scelto, di fatto, di negare questi numeri, l’evidenza scientifica schiacciante sui rischi che corriamo e sugli enormi costi diretti e indiretti che soprattutto le persone più povere e fragili stanno già sostenendo. Di cosa vivrà lo struzzo quando estrarrà la testa dalla sabbia?
@Foto Siciliani/Agensir