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di MARCO MORI 09 apr 2025 16:37

La pistola che uccide

Gesù, chinato il capo, sparò. Non avevo mai lontanamente pensato che potesse finire così e quasi quasi ho sperato che fosse una storpiatura al limite della blasfemia. Purtroppo, non c’è nulla di tutto questo: ho chiesto ai bambini e ai ragazzi, durante una preghiera quaresimale davanti al crocifisso, di guardare il gesto che lui compie nel momento della morte e la risposta, naturale ed immediata, è stata: “Sta facendo il gesto della pistola, sta sparando!”. Mi è mancato il fiato pensando che i ragazzi non solo non riescono a decifrare un’immagine (loro che vivono di immagini), ma che i nostri percorsi di catechesi vengono annullati in un secondo dalla cultura che viviamo: troppi videogiochi violenti che insegnano a sparare, troppa guerra che sbuca da ogni parte come se fosse la soluzione di tutto. Ho pensato, anche, alla grandezza della croce e al suo messaggio per sempre controcorrente: sarebbe normale che, lì, Gesù sparasse, si arrabbiasse, facesse fuori tutti quelli che non la pensano come lui. Eppure, Gesù non spara, ma perdona. Spero che anche i ragazzi perdonino noi adulti, che non riusciamo ad indicare il bello della vita, ma solo la pistola che uccide.

MARCO MORI 09 apr 2025 16:37

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