La piena formazione della persona
Pensando al valore dell’insegnamento della religione cattolica (Irc) oggi a scuola, credo che almeno tre elementi meritino di essere posti in evidenza: l’insegnante, gli studenti e la disciplina scolastica. “Un rompiscatole”, così si definiva don Pino Puglisi presentandosi per la prima volta ai suoi alunni di un liceo classico di Palermo… L’insegnante di religione cattolica in classe, per dirlo con le parole di Alessandro D’Avenia, è proprio “uno che rompe le scatole in cui ti nascondi, le scatole che ti ingabbiano, le scatole dei luoghi comuni, le scatole delle parole vuote, le scatole che separano un uomo da un altro uomo simulando muri spessi” (da “Ciò che inferno non è”, 2014).
Nel mio servizio come responsabile per l’Irc della Diocesi di Brescia ho occasione di incontrare molti insegnanti preparati, desiderosi di formarsi e attenti alle vite e alle storie dei loro alunni; docenti che si danno da fare quotidianamente nelle aule scolastiche, nei momenti collegiali e nell’informalità dei corridoi per cercare di promuovere un’idea di scuola basata sulla centralità della persona e della cultura. Ci sono poi studentesse e studenti davvero in gamba, capaci ancora di interrogarsi sul senso della loro esistenza e curiosi di conoscere le radici cristiane della nostra cultura e della nostra società; ragazze e ragazzi desiderosi di un confronto serio e culturalmente fondato sulle questioni centrali della vita e della fede, audaci nello scegliere una proposta educativa che richiede impegno, anziché optare per una facile alternativa o ritagliarsi dello spazio per ripassare o fare due chiacchiere al bar.
Una disciplina scolastica, infine, che ha dimostrato negli anni di essere largamente apprezzata dalla maggioranza delle famiglie e degli alunni, poiché si presenta come occasione formativa di ascolto e, secondo i vescovi italiani, come “luogo più specifico in cui, nel rigoroso rispetto delle finalità della scuola, si può affrontare un discorso su Gesù”; l’Irc, dunque, non come uno spazio di proselitismo, ma come un’opportunità di approfondimento. Una disciplina che, secondo il Ministero dell’Istruzione e del Merito, è “anche l’occasione per andare alle radici della nostra civiltà, imparando a conoscere il messaggio cristiano. Approfondire questi temi significa fornire agli studenti gli strumenti per conoscere alcuni aspetti imprescindibili della nostra storia. Grazie a docenti motivati e competenti sarà possibile creare sempre più momenti di approfondimento e di arricchimento culturale”.
L’appuntamento è dal 18 gennaio al 10 febbraio 2024, spuntando la voce “scelta di avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica” tramite l’apposita sezione durante la procedura di iscrizione on-line alle classi prime di ogni ordine e grado, oppure mediante lo specifico modulo cartaceo (scheda B) per le sezioni della scuola dell’infanzia e per chi decide di avvalersi dell’Irc negli anni successivi al primo.
* Responsabile per l’Irc della Diocesi di Brescia