La pastorale della prossimità
“Dobbiamo riscoprire la pastorale della prossimità”. Nei giorni scorsi suor Veronica Donatello, responsabile del Servizio nazionale per la pastorale delle persone con disabilità della Cei, ha incontrato i ragazzi del grest dell’oratorio cittadino de Le due Sante che si sono confrontati e hanno lavorato sul tema delle differenze. “Voglia il cielo che alla fine non ci siano più gli altri ma solo un noi”.
L’auspicio di Francesco espresso nella “Fratelli Tutti” ha fatto da sfondo al pomeriggio di festa durante il quale ha trovato spazio anche la significativa testimonianza di Giorgio Aderenti, il papà di Giacomo, che ha ringraziato gli animatori e i bambini per l’accoglienza e per il coinvolgimento del figlio. Nella parrocchia piamartina, accanto alla Questura, sono molte le disabilità accompagnate. Si può fare. La storia di Giacomo è raccontata sul sito giacopillo.it. La sindrome di Angelman non consente a “giacopillo” di fare molte cose, soprattutto parlare, ma lui vuole comunicare e il modo più naturale per farlo è utilizzare i segni. Per essere veramente inclusivi dobbiamo ripartire dall’ascolto, perché, come sottolinea suor Veronica, “non c’è un abito uguale per tutti.
C’è prima di tutto un ascolto del territorio. Dobbiamo incontrare le persone con disabilità e le loro famiglie senza avere la presunzione di sapere cosa desiderano”. Bisogna accompagnarle nei passaggi di vita, mettendo in atto delle risposte nel mondo del lavoro, anche se da questo punto di vista il Bresciano ha già delle buone storie da narrare come il tirocinio di inclusione sociale. Nelle comunità cristiane si può, però, certamente essere più incisivi. “La Chiesa – spiega suor Veronica – ha il grande compito di creare una rivoluzione culturale. I nostri luoghi possono diventare una palestra che allena a diventare giovani adulti: solo così la fragilità, se capita con un figlio o per l’età della vita, non fa paura. La sfida è creare una cultura nuova partendo dal vangelo della prossimità. Significa essere prossimi nelle cose ordinarie di tutti i giorni”.