La misericordia ci guarisce
Imparo molto dagli amici e dalle amiche, quasi tutti nonni e nonne, malati di Alzheimer, che ho l’onore di incontrare nel servizio di cappellano alla Rsa del quartiere. In questi giorni si è celebrata la loro giornata e, a dir la verità, mi attendevo da loro qualcosa di originale che si è concretizzato, come un regalo luminoso. Arrivo in anticipo per la Messa e mi si accosta, con un sorriso sornione, una nonnina, la quale non vede l’ora di chiedermi: “È già l’ora della Messa?”. “No”, dico io, “C’è ancora qualche minuto”. “Allora ho tempo per confessarmi!”. “Certamente…”. Comincia la confessione, che si chiude subito, con un sorriso ancora più furbo della penitente speciale: “Io, però, non mi ricordo nessuno dei miei peccati…”. Come darle torto? Di certo, stavolta, a dispetto di altre confessioni, non è una scusa, ma il sorriso rimane in attesa, implacabile nel voler di più. Al suo si aggiunge anche il mio, insieme all’assoluzione. So bene che grandi peccati non ce ne sarebbero stati, nemmeno se ricordati. Nemmeno il Signore li ricorda più, irrimediabilmente malato di Alzheimer anche lui, con i nostri peccati. Come gli amici veri, ci si ricorderà solo dei sorrisi e delle carezze, che mi viene spontaneo dare e, anche, ricevere. La misericordia ci guarisce sempre e, se si vuole, non la si dimentica più.