La lezione dei sindaci non è servita
Anche nel Bresciano domenica 11 giugno si andrà al voto. I sindaci bresciani sono, per la stragrande maggioranza dei casi, dei buoni amministratori. Al primo posto della legge elettorale dei sindaci ci sono le persone, la loro competenza e il loro radicamento territoriale. Esattamente il contrario di ciò che avviene a livello nazionale
Anche nel Bresciano domenica 11 giugno si andrà al voto. Quattro grossi comuni (Palazzolo, Desenzano, Darfo e Gussago) e altre otto realtà più piccole. Il meccanismo elettorale è assodato, ormai compreso dai cittadini e soprattutto capace di dare un volto preciso a chi ha la responsabilità di amministrare. Al sistema è legata la certezza di poter governare per i cinque anni contemplati (a meno di colpi di scena spesso clamorosi).
Che siano di destra o sinistra, centro o di liste civiche più o meno fantasiose, i sindaci bresciani sono, per la stragrande maggioranza dei casi, dei buoni amministratori. Soprattutto il sistema di voto amministrativo ha, negli anni, confezionato un giusto mix tra la formazione di classe dirigente affidabile e sperimentata nella gestione degli enti locali e un adeguato ricambio generazionale. Se, infatti, con questa legge intende presentarsi al giudizio degli elettori una lista nuova magari guidata dal candidato sindaco credibile, conosciuto nel proprio territorio la possibilità di vittoria è reale. I cittadini premiano davvero chi apprezzano e conoscono. Al primo posto della legge elettorale dei sindaci ci sono le persone, la loro competenza e il loro radicamento territoriale.
Esattamente il contrario di ciò che ancora una volta sta capitando a livello nazionale. È vero la politica è l’arte del compromesso, ma se l’accordo è al ribasso i rischi aumentano. Non basta che Pd, M5s, Forza Italia, Sinistra italiana e Lega dicano che va bene il sistema tedesco perché questa sia la legge che darà un governo al Paese e permetterà domani all’Italia di affrontare le sfide che l’attendono.
Il proporzionale ci riporta solo indietro e la lezione della legge dei sindaci è lì a ricordarcelo. Peccato che la lezione non sia stata capita nemmeno questa volta. Davanti a noi (a meno di un concentramento improbabile di voto su uno dei partiti maggiori) c’è solo la palude, l’inciucio e l’ingovernabilità. Nessuna novità, nessuna svolta. L’ultima sepolta dal referendum del 4 dicembre. Le conseguenze le vedremo. Presto.