La democrazia non è per sempre
Quarantotto anni, tanti ne sono passati da quel 28 maggio 1974.
Un tempo molto lungo, che misuro con la mia età di oggi e di quel bambino di quattro anni che ero allora, quando in Piazza Loggia persi la mamma. Erano solo ventinove invece, molti meno, gli anni che allora separavano quel momento dalla fine della seconda guerra mondiale, che doveva apparire assai meno distante di quanto oggi non appaia la bomba in piazza. Forse per quel motivo, perché in fondo il ricordo della follia nazifascista che aveva portato alla sciagura il nostro Paese era ancora vivo, non sbiadito, vi era in quel momento l’acuta percezione di un pericolo da cui guardarsi, di una esigenza da riaffermare perentoriamente in un periodo in cui si riaffaciavano proclami e violenze eversive neofasciste. L’esigenza di ribadire la fedeltà alla democrazia, ai suoi valori, alle sue virtù e alla pace che la Repubblica conquistata aveva garantito. Fu quella l’urgenza che spinse in piazza tanta gente quella mattina, l’intera Brescia democratica. Eppure periodicamente, anche a distanza di tanto tempo, le curve tortuose della storia ci presentano la faccia oscura delle minacce che, in modo nuovo e diverso, mettono in pericolo la convivenza civile e democratica, anche dove sembra radicata e solida. I venti di guerra che spirano in questo momento in Europa, con tante Piazza Loggia che ogni giorno insanguinano l’Ucraina violentata da una aggressione brutale e selvaggia, ci ricordano che nulla è per sempre, che ogni generazione deve lottare per conservare le conquiste democratiche costate tanto sangue e tanta sofferenza alle vecchie generazioni.
Noi lo facciamo ogni anno, il ventotto maggio. Sappiamo cosa vuol dire la violenza bruta, l’abbiamo sperimentata anche in tempo di pace, e da allora non abbiamo mai smesso di stringerci, come intera comunità, attorno alle nostre istituzioni democratiche. Anche quest’anno lo faremo, con le immagini della guerra davanti: Brescia e le sue istituzioni a difesa della democrazia, della pace, della convivenza civile, nel ricordo delle vittime di quarantotto anni fa.