La comunità per gli anziani
Da tempo alcune parrocchie del nostro territorio, previa una formazione e un accompagnamento da parte della Caritas Diocesana, si stanno prendendo cura della popolazione più anziana che, numericamente, è sempre più rilevante, anche se spesso vive isolata e senza contatti sociali. I dati Istat fotografano un fenomeno che pare irreversibile senza politiche sociali dedicate: nel 1951, ogni 100 giovani c’erano 31 anziani; al 1° gennaio 2024, ogni 100 giovani gli anziani sono diventati 200; con questa tendenza, nel 2050 ogni 100 giovani avremo più di 300 anziani. Al di là delle analisi prettamente sociologiche, una comunità non può non interrogarsi su come interagire con quella fetta di popolazione che invecchia (non sempre in condizioni ottimali). Risuonano profetiche le parole pronunciate da papa Francesco il 31 gennaio 2020: “Dobbiamo mutare le nostre abitudini pastorali per saper rispondere alla presenza di tante persone anziane nelle famiglie e nelle comunità”.
La Diocesi ha attivato alcuni processi. In particolare, “Salute si-cura” aveva preso avvio nel mese di luglio 2020 a partire da un’attenzione nei confronti delle persone anziane sole e in situazioni di fragilità, rese più fragili dal Covid. Una nuova progettazione, “Terza età: si.cura insieme”, ha cercato, invece, di promuovere una cultura dell’invecchiamento attivo, della cura delle persone anziane e della solidarietà. Concretamente prevede visite a domicilio da parte di operatori della Caritas diocesana e volontari delle parrocchie con l’intenzione di offrire agli anziani uno spazio dove possano raccontare e raccontarsi, esprimere i loro pensieri e le loro emozioni. I volontari prendono contatto con la famiglia, incontrano l’anziano solo, stringono un rapporto di dialogo, di ascolto e, perché no, di amicizia. Ma prima di tutto si formano e si interrogano sul loro servizio. È un modello interessante che testimonia l’attenzione della Chiesa diocesana. La proposta, realizzata anche con il contributo dell’8Xmille, è sfociata nella pubblicazione di due libri: “Parole conchiglia. Proverbi e modi di dire” e “Parole ancora. Racconti e immagini”. La sfida è coinvolgere sempre di più i giovani in una sorta di alleanza intergenerazionale. Nel silenzio e nella quotidianità, la Chiesa bresciana testimonia il bello del vivere secondo il Vangelo. Le forme di intervento sono molteplici.
Perché non pensare anche al laboratorio artistico “I ricordi che brillano”, promosso dalla Collezione Paolo VI −arte contemporanea, che ha coinvolto gli ospiti della Rsa di Concesio e i loro familiari in un percorso emozionante a partire dai loro ricordi in occasione della Giornata dell’Alzheimer? Almeno una volta potremmo chiederci: che valore diamo a chi investe nell’educazione? Che valore diamo a chi offre un doposcuola aperto a tutti i bambini? Che valore diamo a chi porta la speranza ai dimenticati? Che valore diamo a chi è disposto a dare un consiglio a tutti, ogni volta in cui ne hanno bisogno? Che valore diamo a chi si impegna a costruire ponti tra le generazioni? Che valore diamo a chi aiuta le persone a scoprire la propria vocazione? Non succede solo da noi. Basta scorrere le storie raccontate sul sito unitineldono.it per rendersi conto del tanto bene seminato.