La bestemmmia laica
Il Sindaco di Como, in Consiglio comunale, si è scagliato contro i volontari, organizzati in associazioni e gruppi Caritas che, nella sua città, distribuiscono colazioni, assicurano un po’ di assistenza ai senza tetto, cercano alcuni percorsi di reinserimento di lavoro per i meno fortunati. Motivazione? Aiutano gli stranieri che dovrebbero essere già fuori dal territorio. Semplifico un po’ il pensiero del primo cittadino, ma mi pare di essere in ottima compagnia proprio con lui. Quello che, infatti, colpisce di questa vicenda non sono le posizioni politiche del Sindaco, sempre lecite se nell’arco costituzionale. Colpisce, invece, la pacatezza delle risposte dei volontari, dai preti ai laici, che descrivono e testimoniano un’immagine di città affaticata, bisognosa di relazioni, con la necessità di ricerca di soluzioni per la vita di tutti, indipendentemente dall’essere stranieri o italiani. Come se le parti si invertissero: sentire ideologia sulla bocca di un sindaco è una bestemmia laica, perché è il rappresentante politico più vicino al popolo. Sentire ragionamenti complessi e più convincenti sulla bocca dei volontari indica che, anche senza essere eletti come primi cittadini, si può essere, comunque, primi e più prossimi. Anche del Sindaco e con sua buona pace.