L'ora della responsabilità
Il centrodestra ha la maggioranza in Parlamento. Ora Giorgia Meloni è chiamata alla prova della responsabilità dopo tanti anni all’opposizione. Sa bene che il consenso degli italiani come è già successo con Matteo Renzi, con Matteo Salvini e con i Cinque Stelle non è eterno. Dalla sua ha i numeri per poter governare. Deve circondarsi di consiglieri affidabili (non dei tanti cortigiani che assecondano il re di turno) e, soprattutto, deve aprire un dialogo con le parti sociali e con tutte le forze rappresentate in Parlamento.
Chi ha preso le distanze dal governo in carica è stato premiato. Evidentemente c’è poca memoria visto che è proprio grazie al governo Draghi e all’approvazione del PNRR che l’Italia ha margini di investimento; il Presidente del consiglio (che gode di un alto indice di gradimento) paga, però, l’ultimo anno di governo dove, a partire dalla rielezione di Mattarella, ha perso lo smalto dei primi mesi di azione, finendo “ostaggio” delle richieste degli uni e degli altri. Spicca ancora una volta la scarsa partecipazione al voto (16,5 milioni di italiani non si sono presentati), che è molto evidente nelle aree più emarginate: su questo versante tutti i partiti devono interrogarsi. Aldilà delle dichiarazioni ufficiali, l’Italia con il suo debito pubblico importante ha ancora più bisogno dell’Europa. E Meloni dovrà affidarsi al ruolo di mediazione di Forza Italia nei confronti del Partito Popolare Europeo. Nuove sfide attendono chi ha l’incarico di guidare la nazione in questo difficile momento storico.
Non è da sottovalutare il dato dei Cinque Stelle che con il reddito di cittadinanza hanno intercettato quella porzione di Paese segnata dalla povertà. Il reddito va sì rimodulato e gestito meglio per contrastare i “furbi”, ma i poveri esistono e hanno bisogno di qualcuno che li possa ascoltare. Eurostat ha tracciato un quadro preoccupante: 95 milioni di europei rischiano l’indigenza, mentre i prezzi crescono, l’economia frena e scarseggia il lavoro in diversi Paesi Ue. Come afferma Maria Nyman, segretario generale di Caritas Europa, tante famiglie sono state messe in ginocchio prima dalla pandemia e poi dalla guerra.