di GUIDO COSTA
16 apr 2015 00:00
L'Italicum della discordia
Polemiche e accuse non sembrano frenare la determinazione del Governo secondo il quale la nuova legge assicura la governabilità di cui l’Italia ha bisogno
La discussione è su come si arriva al risultato. Male, secondo le opposizioni parlamentari che temono la forte polarizzazione politica. Malissimo, a sentire la minoranza del Partito democratico ,che mettendo in parallelo la trasformazione del Senato in organo elettivo di secondo livello e la nuova legge elettorale, parla di deriva autoritaria. Parole grosse, dettate sicuramente anche da questioni di merito ma che hanno dentro il fastidio per la genesi della nuova legge – l’intesa tra Renzi e Berlusconi (e poco importa se quest’ultimo l’ha poi ripudiata) – e il disagio sul processo di rinnovamento del partito imposto dal segretario-presidente. Lo scontro si concentra sui capilista bloccati, un modo come un altro, sostengono i critici, per riempire il Parlamento di nominati più che di eletti.
In verità, anche nel peggiore dei casi (nessuna mobilità dei capilista), dei 340 seggi di maggioranza due terzi degli eletti saranno scelti con il voto di preferenza. Forse qualche riflessione in più la meriterebbe il premio di maggioranza, non tanto per inseguire chi prefigura la presa del potere di minoranze politiche elette da una percentuale sempre più bassa di elettori, ma per considerare la necessità di dare contrappeso alle giuste esigenze della governabilità, magari attraverso la rinuncia al meccanismo delle soglie. Un sistema elettorale così premiale per la maggioranza non dovrebbe ridurre gli spazi della rappresentanza politica, così come dovrebbe rafforzare le garanzie di controllo che sono prerogativa delle opposizioni.
GUIDO COSTA
16 apr 2015 00:00