L'Isis che sta nella Bassa bresciana
Proclami di farneticanti e sedicenti millantatori? O segnali inequivocabili della presenza dell’Isis tra noi?
Si invoca la creazione di una sorta di “super procura a Brescia contro il terrorismo islamico”. Esagerazione a fini mediatici o rischio reale? Forse il rischio c’è. Ciò che lascia stupiti, ma poi non più di tanto, è che il rischio terroristico sarebbe da ricondurre, sempre secondo la Lega, “all’eccessiva presenza di immigrati islamici e del radicamento di associazioni e organizzazioni islamiste nel nostro territorio”. Il sospetto, quindi, è che anche questa vicenda diventi l’occasione per soffiare sul fuoco della polemica sulla presenza degli immigrati, e dei profughi in particolare, che, anche a Brescia, sta conoscendo un forte dibattito tra prefettura, Comuni e territorio. È evidente.
Che dire? Il richiamo al buon senso è d’obbligo. La competenza delle nostre forze dell’ordine è alla base della nostra sicurezza e tranquillità, dobbiamo sostenerle e vigilare. In ogni caso va rigettata ogni semplificazione che porti ad equiparazioni tra Islam, immigrazione e Isis. Non ci appartengono, non sono realiste e non ci danno alcuna possibilità di futuro. Trovare altre strade sarà d’obbligo.