L’importante è trattare
"Prima che i “vu cumprà” fossero banditi dalle spiagge, uno degli sport preferiti dagli italiani era quello della contrattazione per spuntare il prezzo più basso possibile per un oggetto che comunque tutti sapevano essere contraffatto"
Prima che i “vu cumprà” fossero banditi dalle spiagge, uno degli sport preferiti dagli italiani era quello della contrattazione per spuntare il prezzo più basso possibile per un oggetto che comunque tutti sapevano essere contraffatto. Lunghi ed estenuanti tira e molla che alla fine lasciavano tutti contenti e non creavano alcun danno, se non quello, per altro consapevole, di avere acquistato una patacca.Qualcosa di simile, anche se con conseguenze ben più gravi per le tasche degli italiani, è stata la trattativa tra la Commissione Europea e il Governo italiano sulla legge di bilancio. Cinque Stelle sul balcone di Palazzo Chigi per festeggiare il 2,4 di rapporto tra deficit e pil, come se si trattasse della conquista di un mondiale di calcio, con tanto di muso duro verso la cattiva Europa, nei cui confronti i governi precedenti avevano assunto atteggiamenti troppo remissivi. E poi via con atteggiamenti alla Bravehart, pronti alla lotta senza se e senza ma contro i burocrati di Bruxelles, pronti a “morire” piuttosto che recedere su quella percentuale diventata un simbolo, come i gilet gialli dei francesi, della ritrovata dignità italiana. E in quella che era stato annunciata come una strada senza ritorno contro l’Europa sono stati sacrificati milioni di euro, con lo spread impazzito e schizzato verso l’alto. Un sacrificio necessario, devono aver pensato, gli italiani (tanti, pochi?) affascinati da questo rinnovato orgoglio del Davide italiano contro il Golia di Bruxelles.
Invece col passare del tempo, e con il rischio sempre più concreto che dall’Europa arrivasse una pesante procedura di infrazione, e forse anche sotto la spinta di chi ha iniziato a mettere in guardia l’esecutivo sui contenuti della manovra finanziaria, Conte & co, hanno iniziato ad ammorbidire di toni, ricordando che nessuno aveva mai posto degli aut aut a Bruxelles e che la porta del confronto era sempre stata aperta. Nei giorni scorsi, però, la notizia che quella percentuale poteva scendere sino al 2,04 (molto simile nel suono, ma concretamente diversa per le orecchie dei burocrati di Bruxelles), con tanto di precisazione che la riduzione non va a intaccare nessuna delle misure simbolo degli azionisti di governo, reddito di cittadinanza e quota cento in testa... Non tutti, in Italia, comprendono la logica della politica: ma se nei fatti una percentuale più bassa consentiva comunque a Lega e M5S di raggiungere i propri obiettivi, il tira e molla (con i costi relativi) con l’Europa era necessario?